Lucidatrici per auto a batteria: scegli quali per ottenere grandi risultati!

Gli appassionati di auto trascorrono la maggior parte del loro tempo libero cercando di riparare i propri veicoli nel miglior modo possibile. Non è solo la manutenzione del motore, ma anche la pulizia dell’auto. Ecco perché sono nati accessori speciali, che ti permettono di ottenere grandi risultati in poco tempo.   Ci sono molti modelli di lucidatrici orbitali a batteria oggi sul mercato progettati per far brillare le superfici in modo molto più efficiente di quello che possiamo ottenere a mano. Qui sotto elencheremo le migliori lucidatitrici orbitanti. Quindi puoi scegliere tra modelli più piccoli, come la mini lucidatrice cordless premium, e altri, come la lucidatrice orbitale casuale cordless ad alta efficienza.   Lucidatrice a batteria Einhell Einhell offre quattro diverse lucidatrici per auto alimentate a batteria. Sono modelli resistenti con impugnature ergonomiche e motori ad alte prestazioni. Uno dei principali vantaggi è l’efficienza energetica, che ci permette di lucidare l’intera superficie dell’auto con una sola carica.   Attenzione però, alcuni modelli non hanno incluso batteria e caricabatteria quindi al prezzo del macchinario va aggiunto l’acquisto della batteria. Queste informazioni sono chiaramente riportate sia sulla pagina web del sito della casa produttrice.   Mini lucidatrice a batteria Spta Spta sono di dimensioni ridotte e hanno un ottimo rapporto qualità/prezzo. Adatta a qualsiasi tasca, sono ergonomiche e abbastanza resistenti da durare nel tempo e non crollare dopo un uso più intenso. Inoltre, in ogni confezione sono presenti numerosi accessori per rendere l’utilizzo più flessibile. I modelli variano nelle dimensioni da 3″ a 7″. Possono essere afferrati con una mano, permettendoci di raggiungere facilmente qualsiasi punto della superficie del veicolo. L’unico difetto del catalogo Spta è che non ci sono modelli più grandi.   Lucidatrice a batteria Milwaukee Quando si parla di lucidatrici per auto a batteria Milwaukee, ci si riferisce innanzitutto al modello M18 Fuel. A tutti gli effetti, è una vera lucidatrice a batteria, molto potente e facile da usare. Non si notano particolari svantaggi, anche se sarebbe stato preferibile un’impugnatura mobile e non è troppo fissa. Dovendo utilizzare una lucidatrice a batteria con due mani può essere più difficile raggiungere determinati punti della superficie dell’auto.   I prezzi sono nella media e la qualità costruttiva è decisamente molto buona. Viene scelto un buon materiale, buona l’efficienza energetica, che ci garantisce una buona autonomia. Con una singola carica, si può levigare l’intera macchina senza problemi.       Lucidatrice a batteria Parkside Le lucidatrici per auto a batteria Parkside si distinguono per la loro economia, soprattutto per il pubblico amatoriale. Coloro che vogliono godersi il divertimento di lucidare la propria auto troveranno questa lucidatrice un’ottima opzione per un prezzo accessibile e una buona qualità complessiva. I materiali sono robusti e il motore è molto efficiente.   Il vero difetto è che non ci sono schede più grandi dei supporti standard che abbiamo trovato. Allo stesso tempo, sono disponibili vari accessori per rendere l’utilizzo più flessibile e adatto a diverse superfici.   Lucidatrice a batteria Bosch Bosch è un vero garante nel campo degli utensili per auto, ed è entrata in campo con una lucidatrice per auto a batteria davvero preziosa. Ha una grande autonomia e può essere tenuto con una mano. La sua caratteristica principale è la presenza di tre dischi rotanti, in grado di raggiungere anche superfici con angoli minimi e massimi.   L’esistenza di tre dischi presenta sia vantaggi che svantaggi: le ridotte dimensioni dei dischi non sono adatte a chi cerca una lucidatrice che possa lavorare su grandi superfici in poco tempo.   Lucidatrice per auto a batteria Makita Accanto alla lucidatrice per auto cablata di Makita possiamo trovare una nuova lucidatrice modello LXT alimentata a batteria ad alte prestazioni. Da un punto di vista costruttivo, non abbiamo riscontrato alcun vero difetto. È ben fatto, ha una buona autonomia ed è realizzato con materiali di qualità. Come prodotto, è davvero prezioso e un’ottima opzione per tutto il pubblico.   Attenzione: non ci sono accessori. La lucidatrice è senza batterie e caricatori e senza altri componenti secondari. Pertanto, al momento dell’acquisto, è importante valutare anche tutti i costi extra che andranno affrontati.   Lucidatrice Flex Battery Flex offre una gamma di lucidatrici alimentate a batteria per auto a binario casuale. Sono prodotti premium e offrono prezzi che non sono accettabili per tutte le tasche. Ecco perché lo consigliamo a chi necessita di strumenti professionali con lunga durata e prestazioni eccellenti. Rapporto qualità-prezzo, tutte e tre le lucidatrici hanno un costo commisurato a quello che offrono ai loro clienti.   I tre modelli differiscono anche per le dimensioni. Possiamo scegliere tra modelli con diametro massimo di 160 mm e modelli con diametro massimo di 80 mm.   Mini lucidatrice a batteria Rupes (pro e contro) La mini lucidatrice per auto a batteria Rupes si distingue per la sua estrema qualità, che fa di questo prodotto un vero top di gamma nella lucidatura. Ha una buona autonomia ed è uno strumento versatile che può essere utilizzato sia come lucidatrice che come levigatrice. Tra gli attrezzi più piccoli del settore, è facile da manovrare e leggero, permettendoti di raggiungere con facilità anche i punti più difficili.       Lucidatrice a batteria DeWalt (pro e contro) DeWalt offre due lucidatrici per auto alimentate a batteria che presentano sottili differenze l’una dall’altra. Ciò che li differenzia è la produzione di alta qualità e il prezzo che consente di posizionare questi prodotti nella fascia media del mercato. Utilizzano un potente ed efficiente motore brushless e sono dotati di doppia impugnatura, con impugnatura e maniglia, per un utilizzo in tutta sicurezza e senza pericoli.   Sono perfette come lucidatrici per superfici più grandi. In un caso abbiamo un diametro massimo di 180mm, mentre l’altro modello ha un diametro di 125mm.     Lucidatrice a batteria Mirka Ultima ma non meno importante è la lucidatrice per auto a batteria del marchio Mirka. L’azienda offre tre diversi modelli che possono essere acquistati con o senza batterie. Sono prodotti di fascia alta, con un prezzo superiore … Leggi tutto

Stufe ad accumulo di calore, caratteristiche e guida alla scelta

Le stufe ad accumulo di calore sono sistemi prodotti con materiali che accumulano tantissimo calore, e forniscono un’irradiazione lenta e costante di calore sano. Come funzionano Durante la combustione del materiale carburante, i fumi emanati dal fuoco passano all’interno di un percorso realizzato con materiale refrattario che accumula calore, e rilasciano tutto il calore accumulato. Il calore viene rilasciato in maniera lenta e ostante, riscaldando l’ambiente per molte ore anche una volta spento il fuoco. I materiali con cui viene realizzato il percorso refrattario possono occupare tutto il corpo della stufa, oppure farlo solo parzialmente. Un materiale refrattario molto usato per la camera di accumulo è la maiolica, dall’alto potere di trattenimento del calore. Assorbono calore tantissimo durante la combustione e successivamente lo rilasciano per molte ore anche a stufa spenta. Oltre alla camera di accumulo in ceramica però, serve un sistema interno che permetta tutto questo: uno elemento importante è il girofumi, oppure piastre realizzate in materiale refrattario. Cos’è e come funziona il girofumi Il girofumi è un componente centrale delle stufe ad accumulo di calore, ed è realizzato utilizzando materiali refrattari con grande capacità di calore. Il girofumi realizza un percorso in cui viene forzato il ricircolo dei fumi caldi, che termina con un collegamento alla canna fumaria. Durante il percorso dei fumi caldi, il girofumi raccoglie tutto il calore prodotto e lo emana in maniera lenta nel tempo per molte ore anche a stufa spenta. Alcune stufe ad accumulo di calore arrivano ad emanare calore fino a 12 ore dal loro avvio. La forma del girofumi può essere diversa a seconda di come viene realizzato, a serpentina oppure ad anelli sovrapposti. La forma ad anelli sovrapposti è la più utilizzata in caso di stufe piccole o nei camini realzzati con struttura verso l’alto. Quali vantaggi ci sono nell’uso di stufe a accumulo di calore? Il vantaggio maggiore sta nel fatto di riscaldare anche a fuoco spento. Quindi ambienti sempre riscaldati con dei ricambi di legna combustibile molto minore rispetto alle stufe a legna tradizionali. Nel caso di stufe ad accumulo che riscaldano per 12 ore a ricarica, bastano 2 ceste di legna per avere 24 ore di riscaldamento costante. Il secondo vantaggio, ma non meno importante è il comfort del calore radiante. A differenza del calore covettivo delle stufe a pellet, riscalda anche le superfici come pavimenti e pareti, non solo l’aria in maniera da distribuirsi nella stanza in maniera omogenea. Questà produzione di calore uniforme che si crea tra pavimento e soffitto garantisce un comfort termico senza pari. Questo tipo di calore permette di avere l’ambiente e il corpo riscaldato anche con una temperatura effettivamente più bassa. Il calore radiante è benefico per il nostro corpo umano. Vediamo quali sono le caratteristiche e le differenze tra stufe pellet e in ghisa. La stufa ad accumulo di calore, producendo calore irradiato non smuove l’aria negli ambienti ed evita che la polvere rilasciata o smossa possa dare problemi alle vie respiratorie(tosse, reazioni allergiche) e stabilizza l’umidità dell’ambiente con vantaggi ideali per la nostra gola, che non si secca quasi mai. Inoltre non raggiunge mai temperature alte sulle superfici della stufa, che possono entrare in contatto con animali o bambini, dando quindi un punto di sicurezza in più nelle nostre case. Ci sono alcuni casi in cui si parla di stufe ad accumulo anche in caso di stufe realizzare con piccole camere di combustione e realizzate in metallo. In realtà nel medioevo le prime stufe ad accumulo avevano dei volumi molto ampi. Questo è il segreto per avere un accumulo eccezionale, più è grande il corpo stufa più grande sarà il girofumi per il ricircolo dell’aria calda, maggiore sarà l’accumulo di calore e quindi le ore di irradiazione continua anche a stufa spenta. Le stufe ad accumulo di calore garantiscono 12 ore di calore continuo, come se la stufa fosse ancora accesa, con il calore emanato in tutto l’ambiente e non solo in prossimità della stufa stessa.

Stufa a legna a lunga autonomia: caratteristiche e vantaggi per l’ambiente e la nostra salute

Al giorno d’oggi si sa quanto è importante il connubio energia riscaldamento e scelta ecosostenibile, per dare equilibrio ad un comfort abitativo e ad un riscaldamento adeguato nelle nostre abitazioni senza andare ad intaccare l’equilibrio ambientale e il riscaldamento globale, già messo a dura prova da altri fattori.In quest’ottica la scelta di stufe a legna moderne significa allinearsi a questo approccio “ambientale”, e a quanto pare in questo ultimo periodo questo tipo di stufe a biocombustibile stanno avendo un grande incremento di vendite. La struttura, la diffusione del calore strutturata per irradiamento, convenzione(buone in questo senso le stufe a legna ventilate) e conduzione, fanno delle stufe a legna a lunga autonomia un sistema di riscaldamento dal comfort elevato, resa termica soddisfacente, insieme ad un basso consumo e basse emissioni di gas serra. Le stufe a legna possono essere di rivestimenti diversi, esistono quelle in ghisa, in acciaio, rivestite in cotto, in pietra ollare, in ceramica smaltata oppure in maiolica con decorazioni. Quando parliamo di stufa a legna descriviamo una camera di combustione chiusa con ingresso forzato dell’aria che regola e rallenta la combustione riprendendo l’energia di cui necessita per trasformarla in calore ad emissione. Quali sono i vantaggi dello scegliere una stufa a legna a lunga autonomia? Notevole risparmio di combustibile; Massimo rispetto dell’equilibrio dell’ambiente e della nostra salute: la legna è un materiale ecologico, il calore delle stufe a legna fa bene, diversamente dai riscaldamenti artificiali a petrolio ad esempio; Autonomia di lunga durata in termini di riscaldamento; Non serve corrente elettrica, quindi nessuna interruzione improvvisa del riscaldamento; Riduzione di fumi ed emissioni di gas all’esterno, per via del sistema a doppia combustione; Mantenimento costante dell’umidità nell’ambiente in fase di combustione; Manutenzione ridotta al minimo. Serve soltanto svuotare costantemente il cassetto della cenere, e mantenere i tubi puliti una volta ogni anno; Alternativa alla cucina tradizionale, sfruttando le braci delle stufe a legna con forno; Reperimento più semplice del combustibile naturale come la legna; Regolazione di calore controllata, grazie alla valvola collegata alla camera di combustione chiusa E gli svantaggi? Necessita di progettazione della canna fumaria e del comignolo per un funzionamento continuo ed ottimale. Si può collegare ad una canna precedentemente usata da un vecchio camino tradizionale; Accensione non semplice in quanto manuale; Necessità di spazi per mantenere stoccato un quantitativo adeguato di legna combustibile; Costa di più di una stufa a pellet; Consigli sull’uso corretto e ottimale delle stufe a legna Le stufe a legna devono essere ben posizionate, e devono avere le dimensioni adeguate agli ambienti che vanno a riscaldare e dove vengono installate. Per questo è bene lasciarsi consigliare da esperti sul modello adeguato da scegliere.Una combustione lenta e un tiraggio della canna fumaria forte causa depositi di fuliggine nell’impianto, quindi sarebbe meglio evitarlo.La legna utilizzata dovrebbe avere una percentuale di umidità sotto al 20 percento per avere la resa ottimale.Evitare l’uso di legna trattata, laccata, verniciata o laminata, e non usare materiali che andrebbero normalmente nella spazzatura.Come quantitativo ideale di legna, ne servono 1 chilo o un chilo e mezzo per riscaldare una massa di 100 chilogrammi di stufa.Le migliori stufe a legna sono quelle rotonde, rispetto a quelle rettangolari a parallelepipedo, perché occupano uno spazio più ridotto e distribuiscono meglio il calore per via della forma a cilindro, che si adatta meglio al movimento circolatorio dell’aria calda. Quanto può costare mediamente una stufa a legna? La forbice di prezzo è molto ampia e si va dalla scelta di stufe economiche fino a brand più prestigiosi. Sconsigliamo l’acquisto di stufe a legna usate, in quanto non si può mai valutare le ore di usura a cui sono venute incontro(anche le stufe hanno una vita e più ore hanno lavorato più sono “anziane”). Maggiore è la qualità del brand e delle caratteristiche della stufa, minori saranno le possibilità di trovare offerte particolari o sconti. Il prezzo di una stufa a legna varia tra i 200 euro e può arrivare anche a 5000 euro. Si può ottenere una detrazione fiscale per ristrutturazione o riqualificazione energetica acquistando la stufa a legna a lunga autonomia nell’ottica degli incentivi per la ristrutturazione edile degli edifici o la riqualificazione energetica degli stessi. E tu hai deciso già quale modello scegliere?

Come scegliere il miglior forno elettrico da incasso? Guida Completa all’acquisto

Guida alla scelta di un forno elettrico da incasso E’ arrivato il momento di cambiare il forno, perché il tuo ha deciso di tirare le cuoia? Oppure stai solo valutando un cambio perché il tuo consuma troppo e sono tantissimi anni che l’hai comprato? Dato il cambio dei costi dei consumi elettrici e di gas non ti biasimo. E’ normale, ogni elettrodomestico ha un ciclo vitale e dopo tante ore di utilizzo, dato il consumo, il deperimento tecnologico, il cambio delle classi energetiche e, perché no, anche l’avvento dei nuovi materiali, elementi di design, o semplicemente tecnologie, ti spinge a cercare un nuovo forno elettrico ad incasso. Ma ti starai chiedendo quale scegliere, in un mare magnum di schede prodotto, siti internet e marketplace. Per questo ho creato questa guida, per provare a darti una mano. Siamo pronti? Partiamo! Forno Elettrico da Incasso: uso, descrizione, e funzioni Il forno elettrico ad incasso è un elettrodomestico da cucina la cui funzione è appunto quella di cucinare preparazioni diverse, come dolci o preparazioni salate. La definizione di INCASSO sta proprio nell’inserimento dello stesso forno in modalità uniforme all’interno di una cucina modulare che viene montata appunto a moduli per dare uniformità al design della cucina stessa. Si differenzia quindi in primis dal forno ad installazione libera per la possibilità di uniformarsi essendo installato come incastro dei moduli di design di una cucina. Il forno si posiziona in genere nel punto sotto al piano cottura. Ci sono delle varianti di installazione che pongono il forno all’altezza della nostra vista, per dare più comodità all’uso senza abbassarci in pratica, permettendoci di aprire lo sportello all’altezza delle nostre spalle, in posizione eretta. Dall’essere notoriamente uno strumento elettrico nato per cucinare, ad oggi il forno elettrico da incasso è diventato uno strumento tecnologico dotato di tantissime funzioni più informatizzate, come la temporizzazione ritardata dell’accensione,  le funzioni integrate proprie di un classico forno a microonde, e la possibilità di integrare il forno all’interno del sistema domotico domestico, collegandolo come uno smart tv alla rete wireless di casa. Si può espressamente dire che oggi il forno è uno SMART FORNO! Data questa trasformazione tecnologica nel tempo nella storia dei forni, ad oggi scegliere un forno elettrico da incasso è veramente complesso, e varia in funzione di tantissimi fattori e caratteristiche che cercheremo di descrivere in questa guida. Va da sé che in base a quello che ti serve, alle tue necessità di tempo, familiari e di uso della cucina, la scelta di un forno da incasso deve rispecchiare i tuoi gusti e i tuoi bisogni. Quello che scegli oggi potrebbe cambiare quando vai a cambiare casa, oppure nascono necessità diverse e quindi ogni momento d’acquisto avrà un’opzione diversa per il forno da scegliere. La funzionalità del forno da incasso si differenzia nel tipo di alimentazione tra forno elettrico e forno a gas. In questa guida ci soffermeremo principalmente sulla variante elettrica del forno ad incasso, si tratta anche di un motivo di opportunità di periodo storico, dato l’aumento imminente dei costi dell’alimentazione a gas. Le modalità di cottura del forno sono tante, e vano dal forno a ventola, a vapore combinato, dove le funzionalità del microonde vanno insieme a quelle classiche del forno. Il forno ad incasso in ogni caso ha una camera di cottura analoga al forno ad installazione libera, con i classici binari laterali per l’incastro dei piani utili per contenere contenitori in appoggio per la preparazione dei cibi: contenitori in pyrex, supporti in alluminio e teglie da cucina. La apertura frontale è la stessa di un forno tradizionale, chiusa e fissata con un vetro temperato trasparente o alonato, che permette il monitoraggio dei tempi di cottura e prevede anche un sistema di illuminazione interno. L’apertura è in genere dall’alto in basso, diversa dai frigoriferi o i pensili della cucina, che ribalta lo sportello di circa novanta gradi tirando la maniglia fissata di apertura. Alcune varianti prevedono comunque anche l’apertura laterale in modalità pensile o dispensa. Per mantenere l’isolamento della temperatura interna da quella esterna, il forno da incasso è dotato di guarnizioni che permettono una camera di cottura sempre in temperatura, senza sbalzi che potrebbero alterare le preparazioni e le cotture. Le caratteristiche della porta di apertura permettono inoltre l’isolamento dalla temperatura interna alle persone che possono usarlo ma anche a persone di passaggio come i bambini ad esempio, per evitare scottature e spiacevoli inconvenienti. A seconda dello stile e del design, il pannello frontale del forno può essere dotato di manopole oppure tasti soft touch che permettono la gestione delle principali funzioni del forno. In genere il forno da incasso è completamente slegato dal piano cottura, sebbene alcune tipologie di forno ancora permettono il dialogo con i fuochi di cottura del piano superiore. Le funzioni accensione e spegnimento sono molteplici, alcuni hanno lo spegnimento programmato dal timer mentre in molti casi è necessario l’intervento manuale per spegnere il dispositivo. Il forno elettrico in ogni caso ha bisogno di una alimentazione continuativa attaccato alla corrente elettrica. La temperatura del forno è resa costante dal termostato, e il pannello di funzionamento permette di mantenere aumentare o diminuire l’intensità del calore all’interno della camera di cottura del forno. Le misure dei forni ad incasso, data la caratteristica di modulo specifico di una cucina, hanno misure standard che variano da 45 cm per i modelli compatti, a 60 cm per le versioni tradizionali, e 90 cm per i forni a capienza grande(XXL). La capienza della camera interna invece va da 35 litri per i compatti, 65 litri per i classici, e 80 litri per i modelli XXL.       Quali sono le caratteristiche da valutare? Prestazioni del forno Le prestazioni del forno sono un elemento da valutare con attenzione e sono composte e determinate da elementi diversi. La Tecnologia del forno in primis è l’elemento centrale in fatto di prestazioni. In questa guida ci occupiamo di descrivere gli elementi dei forni elettrici ad incasso, tralasciando i modelli a gas. I forni elettrici da incasso sono i … Leggi tutto

Tagliere da cucina professionale: Guida Completa alla scelta

Quante volte hai usato un tagliere in vita tua? E quali fattori hai valutato per comprarne uno veramente adatto? Oppure hai acquistato d’impulso per via della necessità? Dal legno alla plastica alla carta compressa e altri materiali, come polietilene, e acciaio inossidabile, ecco come acquistare il tagliere che fa per te. In questa guida andremo ad analizzare tutti i fattori possibili per fare la migliore scelta possibile. Quante ore al giorno trascorri su un tagliere? Anche se sono solo, diciamo, 15 minuti, quel tempo si somma davvero nel corso delle settimane. Ti meriti di spenderlo comodamente usando un tagliere con cui ti senti bene, uno che sia attraente, risponda bene mentre tagli e sia dimensionato per adattarsi al compito da svolgere. Per un oggetto così semplice, ci sono molti fattori da considerare quando si seleziona un tagliere professionale. Un tagliere sembra relativamente buono e sembrano non esserci differenze vero? Ma un uso improprio può renderlo uno degli oggetti più carichi di batteri in una cucina. Ecco come scegliere un tagliere adatto al tuo budget e al tuo stile di vita e come mantenerlo sicuro e igienico. Cose da considerare quando si sceglie un tagliere Prima di tutto rilassati. Potresti aver sentito tutti i tipi di affermazioni su determinati tipi di taglieri non sicuri. Sappi che qualsiasi materiale del tagliere è sicuro fintanto che aderisci alle pratiche raccomandate per la manipolazione e l’igiene degli alimenti (di cui parleremo, non preoccuparti). Ecco i fattori da valutare quando si seleziona un tagliere da cucina. È adatto ai coltelli? Più dura è la superficie, più consuma il tuo coltello nel tempo. È facile da pulire? Puoi metterlo in lavastoviglie? Devi lavarlo a Mano? In che modo può essere lavato senza rovinarlo? È facile da mantenere? Necessita di un trattamento specifico periodico? Quanto costa? che valore aggiunto ti darà indietro? Quanto è durevole e longevo? Ogni quanto dovrai sostituirlo? Quanto è grande? Che spazio hai a disposizione per usarlo e per riporlo? Venature del Legno sul tagliere I taglieri in legno con venature del legno sono realizzati con legno che è stato tagliato con le venature. Ciò significa che la parte superiore della tavola mostra lunghe fibre di legno. I taglieri con bordo legno e venature sono il tipo più comune di tagliere in legno, perché di solito sono i più convenienti. È più probabile che le tavole a grana con venature hanno resistono maggiormente ai tagli del coltello presenti sulla superficie, perché le lunghe fibre di legno non danno molto sotto la lama del coltello. (Pensa: stai tagliando le fibre dell’albero su un tagliere a grana con venature.) I coltelli si danneggiano più facilmente usando questo tipo di tagliere particolarmente duro e resistente. Questo è anche il motivo per cui i taglieri a grana con venature sono considerate un po’ più resistenti sui coltelli rispetto alle tavole a grana fine. I taglieri in legno a grana fine sono realizzati fondendo insieme pezzi di legno a sezione trasversale. Ciò significa che la parte superiore della tavola mostra gli anelli del legno invece della vista laterale (la lunghezza) del legno. Le tavole a grana fine hanno spesso uno spessore di pochi centimetri e, poiché sono più difficili da costruire, costeranno quasi sempre più di una tavola a grana tagliente. Tagliere in Legno a grana fine Le fibre di legno delle tavole a grana fine si recuperano dall’uso meglio delle tavole a grana di bordo, portando a un minor numero di scanalature nella tavola. In questo senso, un tagliere a grana fine è più resistente. È anche più delicato sui coltelli, perché le fibre di legno hanno più elasticità. Tuttavia, poiché molti pezzi di legno sono incollati insieme per crearne uno, una tavola a grana fine è potenzialmente più suscettibile all’umidità se non adeguatamente curata. Questo perché il legno tagliato contro la venatura assorbe più acqua rispetto al legno tagliato con la venatura. (L’assorbimento è uno svantaggio in un tagliere, perché vuoi che rimanga asciutto e privo di batteri.) Se una tavola a grana fine viene lasciata ripetutamente bagnata, le cuciture possono staccarsi nel tempo e creare minuscole voragini per ospitare i batteri. Ma tieni presente che il trattamento periodico con olio minerale o crema per il legno aiuta a prevenire l’assorbimento dell’umidità e la formazione di crepe da parte di qualsiasi tagliere, a grana fine o bordo. È particolarmente importante con un tagliere a grana fine. Allora che ne dici di quella faccenda delle tavole con venature che sono un po’ più “dure” sui coltelli? Potrebbe essere un grosso problema se tagli molto, ma se non lo fai, non preoccuparti. Il fatto è che qualsiasi tagliere di legno sarà più delicato sul tuo coltello rispetto a un altro materiale come vetro, corian o metallo. Taglieri in acero, quercia e ciliegio Con una buona cura, i taglieri in legno sono sicuri, delicati sui coltelli e durevoli. I taglieri in legno hanno anche una vasta gamma di prezzi, con quelli semplici che costano a partire da circa 20 euro e quelli pesanti fatti a mano che arrivano a ben oltre i 200. I legni duri densi come acero, noce, ciliegio, faggio e teak sono i taglieri più resistenti. I pori più piccoli di questi legni impediscono ai batteri di penetrare nella superficie della tavola e rendono più difficile per i coltelli creare scanalature dove i batteri possono nascondersi. E il legno contiene naturalmente composti antimicrobici, come i tannini. Cura dei taglieri in Legno Non mettere mai un tagliere in legno in lavastoviglie. Lo rovinerai. Il calore elevato e i detersivi aggressivi spaccheranno e deformeranno un tagliere di legno. Taglieri di bambù I taglieri in bambù  sono economici e provengono dal bambù, una pianta che è più sostenibile del legno. Una tavola di bambù è piuttosto leggera ma durerà a lungo se la curi. Puoi ottenere taglieri di bambù decenti per a partire da  10 euro o meno, fino a € 150 per quelli robusti. Proprio come il legno, i taglieri in bambù sono disponibili negli stili a … Leggi tutto

Ceppo Coltelli Victorinox: sono veramente i migliori e più professionali?

Coltelli da Cucina Professionali Victorinox scopriamo di più Quando sentiamo il nome Victorinox subito viene in mente il coltellino svizzero multiuso che ci toglie d’impaccio quando abbiamo bisogno di un utensile al volo(forbice, lima per le unghie, apribottiglie, cacciavite) e che nell’immaginario collettivo è sinonimo di coltello multi utensile.  Molti forse non sanno(oppure si, lo sapete?) che l’azienda Svizzera produce da anni anche set di coltelli da cucina professionali di alta qualità, per la felicità di chef e amanti della cucina e dell’avere sempre gli strumenti migliori quando si deve preparare qualche piatto speciale. In questo approfondimento andiamo proprio a vedere di cosa si tratta, e che tipi di coltelli da cucina produce la Victorinox, per aiutarti nella scelta. Seguitemi!   Victorinox, nascita e cenni storici L’azienda Victorinox produce coltelleria e utensili di qualità fin dal 1884, ed ormai anche il brand è un sinonimo di coltello multiuso nella testa di tutti noi.Produce cinque tipologie di prodotti: il leggendario Swiss Army Knife, coltelli casalinghi e professionali, ma anche accessori di lifestyle come orologi, profumi e valigie.La Victorinox è nata a Ibach in Svizzera, per mano di Karl Elsener, nel 1884, e dl 1891 il primo passo è una fornitura di coltelli per l’Esercito Svizzero. Nel 1897 nasce il mito dello Swiss Army Knife, il coltellino multiuso che tutti conosciamo. Nel 1909 viene registrato il nome Victoria come nome dell’azienda, con il logo con la croce e lo scudo, e nel 1921 con l’invenzione dell’acciaio Inox, c’è una svolta epocale nel campo della coltelleria e L’azienda per questo fonde i due termini, creando il nome iconico Victorinox. Ceppo Victorinox, caratteristiche della linea di coltelli professionali La collezione di coltelli professionali da cucina Victorinox è una selezione di alta qualità che l’azienda svizzera ha creato specificatamente per gli chef, ma anche per per gli aspiranti Masterchef! La Victorinox produce coltelli da tavola e da cucina che richiedono poca o nulla manutenzione, coltelli di design e materiali selezionati per una durevolezza senza pari. I ceppi per coltelli Victorinox sono il vanto di tutti gli amanti della cucina di design e di alta qualità. Qual è il miglior modo di scegliere utensili e attrezzature da cucina top quality?   Una buona idea è scoprire quali utensili sono necessari per una solida attrezzatura di base affidandosi a esperti esperti per suggerimenti ad hoc per noi. Con un set di coltelli o un ceppo per coltelli di Victorinox, sei sempre perfettamente attrezzato. Caratteristiche del ceppo coltelli di Victorinox Solida dotazione di base: con un set di coltelli selezionato in modo intelligente, sei pronto per tutte le attività ai fornelli e al bancone della cucina e ben posizionato per qualsiasi cosa in cucina. Hai tutti i tuoi migliori aiutanti al tuo fianco e una combinazione selezionata disponibile sempre a portata di mano. Disposizione chiara: un ceppo per coltelli compatto garantisce uno mantenimento organizzato ed ordinato. Protegge i coltelli dalla polvere e dall’abrasione che si creano nei cassetti della tua cucina quando si sfregano contro altri utensili. Ogni cosa ha il suo posto sicuro e i coltelli sono sempre a portata di mano e pronti per l’uso. Facile distinzione: i manici colorati portano colore in cucina e conferiscono a ogni coltello la propria identità. Presto sarai in grado di sapere a colpo d’occhio di cosa hai bisogno e tirerai fuori l’aiutante giusto dal ceppo dei coltelli in un attimo. Attraente colpo d’occhio: materiali di alta qualità, ottima fattura e design eccellente rendono ogni ceppo per coltelli Victorinox un oggetto di bellezza senza tempo, per valorizzare visivamente e funzionalmente la tua cucina. Scegli il set di Coltelli professionali Victorinox più adatti alla tua cucina Set Coltelli Victorinox Mod. 00829 6.7153.11 Set di coltelli 11 pezzi con ceppo in legno di faggio: 1 pelapatate, 1 coltello da bistecca da 11 cm seghettato, 1 coltello per verdure da 8 cm seghettato, 1 coltello per verdure da 8 cm, 1 coltello per verdure da 10 cm, 1 acciaino Scopri di più Set Coltelli Victorinox Mod. V5.1150.11 Versatile portacoltelli da 11 pezzi, troverai tutto ciò di cui hai bisogno in ogni cucina. Questo ceppo unisce la rinomata ed eccezionale qualità delle lame Victorinox con l’eleganza senza tempo del vero legno. Scopri di più Set Coltelli Victorinox Mod.V5.4433.25 Contenuto: Coltello piccolo da cucina Swiss Modern 15 cm, Coltello Santoku Swiss Modern lama alveolata 17 cm, Coltello da cucina Swiss Modern lama di grande ampiezza 20 cm, Coltello da cucina Swiss Modern 22 cm, Forchettone Swiss Modern 15 cm, Coltello da pane e pasticcere Swiss Modern 22 cm. Scopri di più Set Coltelli Victorinox Mod. Grand Maitre La collezione Grand Maître è una miscela perfetta di chef dilettanti e professionisti in un perfetto equilibrio. Ogni pezzo di questa ricercata collezione presenta una costruzione a codolo completa, uniformemente temprato e forgiato da un unico pezzo. Ecco perché il passaggio dalla lama all’impugnatura è elegante e senza soluzione di continuità, e l’impugnatura è ergonomica per il massimo comfort anche durante un uso prolungato. Scopri di più Set Coltelli Victorinox Mod. Swiss Classic Contenuto: 1 blocco portacoltelli in legno di faggio, 1 coltello da bistecca con lama seghettata da 11 cm, 1 coltello per verdure con lama seghettata da 8 cm, 1 coltello per verdure da 8 cm, 1 coltello per verdure da 10 cm, 1 coltello per verdure con lama seghettata da 11 cm, 1 coltello per sfilettare da 19 cm, 1 coltello Santoku con lama alveolata da 17 cm, 1 coltello da pane con lama seghettata da 21 cm      Scopri di più Set Coltelli Victorinox PER FRUTTA E VERDURA Set da coltelli per frutta e verdura adatti in cucina, contiene: 1 coltello per affettare, 1 coltello da tavola e per pomodori, 1 coltello da intaglio, 1 coltello santoku, 1 coltello da pane Scopri di più E se vuoi dare un tocco di colore alla tua cucina… Blocco portacoltelli da 6 pezzi. Caratteristiche principali: Con una combinazione ottimale di coltelli e pelapatate e un design compatto Scopri di più Non solo Victorinox, quali altre opzioni? … Leggi tutto

Padelle Antiaderenti: Materiale ideale e guida alla scelta delle migliori

Assapora un cibo dal gusto pieno, esplosivo, cotto a puntino. Non bruciato, proprio perfetto. Cotto giusto, ne troppo ne poco. Ci sei? Spesso pensiamo che sia impossibile cucinare a modo, altre volte invece assaporiamo dei piatti perfetti, senza chiederci il motivo, semplicemente pensiamo che “come cucina la mamma” o “la cucina della nonna” sia la migliore in assoluto e non assaporiamo gusti così da altre parti. A volte dovremmo invece soffermarci sugli strumenti che usiamo in cucina. Un elemento da non trascurare nella nostra cucina è la padella, specie se antiaderente. Quando ne abbiamo bisogno, andiamo, la compriamo, senza pensare, la prima che capita. Poi stiamo là che dopo 7 8 o dieci volte che la usiamo, senza le dovute accortezze, il fondo della padella si riga, dopo un po comincia a perdere i frammenti, e qualche volta magari i residui finiscono nei nostri piatti, e successivamente il cibo non rimane inaderente, ma si attacca, si scuoce, si brucia. Colpa del fondo della padella usurato. Ma quali materiali fanno di una padella un’antiaderente veramente perfetta? Storicamente si sono diffuse le padelle antiaderenti in teflon, quelle con il fondo nero per capirci, che hanno raggiunto le nostre case, e praticamente chiunque di noi ne ha posseduta almeno una nella vita. Le padelle in Teflon hanno avanzato dubbi da parte delle associazioni dei consumatori perché il teflon stesso sarebbe dannoso per la nostra salute. Le vecchie padelle prodotte in passato contenevano PFOA(acido perfluoroottanoico). Cos’è il PFOA e a cosa serve? L’acido perfluoroottaoico è un composto che viene usato per produrre materiali plastici, principalmente per realizzare prodotti idrorepellenti come i tessuti impermeabili e le pentole e padelle antiaderenti. Siccome contiene legami chimici tra carbonio e fluoro, questo tipo di acido non è biodegradabile nell’ambiente. Dato che il PFOA è stato classificato come PBT, materiale persistente, sostanza estremamente preoccupante per la nostra salute, perché rischia di accumularsi negli organismi di natura biologica, come il nostro. Per questo è bene evitare di acquistare padelle antiaderenti troppo a buon mercato, perché potrebbero ancora contenere sostanze simili al teflon o PFOA, e quindi di dubbia provenienza. Scegliere un padella antiaderente va valutato con cura, bisogna acquistare un prodotto salutare che sia equilibrato e durevole nel tempo e realizzi la cottura perfetta che tutti sognamo e agognamo. I parametri fondamentali per la scelta di una padella antiaderente sono due, la conduzione termica e i materiali che trasmettono calore uniformemente e permettono quindi una cottura distribuita in tutto il fondo stesso della padella. Più lo spessore è grande, più troveremo padelle di qualità ad un prezzo ragionevole. Una padella troppo sottile permette un tempo di cottura molto corto, andando ad intaccare la consistenza ed il gusto dei cibi, e andando incontro ad usura nel brevissimo tempo. I materiali con cui vengono realizzate le padelle sono molteplici, alcuni sono antiaderenti già nativi, mentre altri sono rivestiti in pietra, ceramica o, appunto teflon. Andiamo quindi a vedere quali sono i materiali con cui vengono realizzate le padelle antiaderenti, e quali sono i pregi e i difetti di ognuno. Padelle In ferro Le padelle realizzate con fondo in ferro hanno in vantaggio che il ferro è normalmente già antiaderente nativo, e non nuoce alla nostra salute e tiene come resistenza le alte temperature. Cuoce in maniera decisa in poco tempo. Quindi le padelle antiaderenti in ferro sono adatte alle cotture rapide, come la saltatura delle verdure o le fritture. Sono tendenzialmente indeformabili e relativamente economiche rispetto agli altri materiali. Di contro, sono soggette alla naturale corrosione se a contatto con acqua, quindi bisogna fare attenzione e cura quando vengono lavate, asciugandole con molta attenzione. Padelle in rame Storicamente usato nei tempi antichi per la cottura, il rame è un materiale molto leggero ad alta conducibilità. Si tratta di un materiale molto pregiato. Le padelle antiaderenti realizzate in rame sono adatte alla cottura di cibi cremosi e densi, come creme, vellutate, risotti. Il rame maggiormente durevole è il rame stagnato, in cui lo stagno viene usato come rivestimento interno e protegge la potenziale tossicità dell’ossidazione a cui il rame va incontro, il famigerato verde(verderame). Spesso quando si cercano padelle antiaderenti in rame, ci si imbatte sovente in padelle con rivestimento interno in acciaio inossidabile. Padelle in titanio Il titanio, così come il ferro, è antiaderente nativo e come per il ferro anche le padelle antiaderenti in titanio non hanno bisogno di alcun rivestimento protettivo, e sono potenzialmente indistruttibili. Il titanio è resistente ai graffi e ai colpi ed è un materiale ad alta conduzione termica, producendo una cottura uniforme ed adatta a qualsiasi tipo di preparato. Le padelle in titanio hanno una longevità altissima e il costo, un po più elevato della media, è ben ripagato dalla resistenza che ritorna. L’unico elemento contro è una leggera interazione negativa se a contatto con cibi troppo salati o acidi che permangono sul fondo per molto tempo. Padelle in alluminio Le padelle antiaderenti in alluminio sono tra le più usate nel campo della ristorazione per la loro estrema maneggevolezza, perché l’alluminio è un metallo ultra leggero e quindi molto pratico. Si tratta di un materiale estremamente sicuro per la cottura, se certificato come puro. Produce una cottura molto omogenea, sana e con un uso molto moderato di olio e burro, perché evita quasi completamente che i cibi si attacchino. Adatto per soffritti, fritture, tostature, mentre soffre i cibi acidi, come ad esempio i pomodori. Si tratta di un materiale particolarmente economico per la realizzazione di padelle antiaderenti, per cui il rapporto qualità prezzo è molto alto. Padelle in ghisa La ghisa è uno dei materiali più resistenti nella produzione di padelle, e si trova anche nella versione smaltata, che permette una cucina molto sana. E’ di colore scuro e mantiene il calore anche dopo che il fuoco viene spento. Le padelle in ghisa si prestano a tutti i tipi di piano cucina, sia a gas, che a fiamma libera, che a induzione. Sono padelle predisposte a tutti i tipi di cotture, specialmente quelle lunghe, analogamente … Leggi tutto

Lettiera autopulente per gatti: la guida completa

Guida alla Scelta della Lettiera Autopulente: Cosa sapere Quali sono le migliori lettiere autopulenti per gli utenti Amazon? [AGGIORNAMENTO AGOSTO 2022] 1. PETKIT PURA MAX ( AUTOMATICA!) Capacità molto grande, adatta a gatti di grandi dimensioni e a famiglie con più gatti. Dimensioni della vasca interna: 48 cm * 52 cm (diametro);volume della vasca interna: 76 litri; altezza dell’entrata dal pavimento: 20 cm. Scopri di più 2. PETKIT PURA X ( AUTOMATICA!) Sensore termico, sensore infrarosso, sensore di peso, sensori infrarossi anti-pinch, rilevamento intelligente, allarme remoto, sistema di prevenzione degli incidenti. Suggerimenti caldi: intervallo di peso adatto per i gatti: da 1,5kg a 8kg, non usare per animali giovani sotto i 6 mesi. Scopri di più 3. PETSAFE DELUXE Lettiera semi autopulente con tappetino sotto lettiera e griglia di scarico Scopri di più 4. CATIT SMARSIFT Lettiera dotata di un sistema semplice e pratico che rende la manutenzione della lettiera pulita, più semplicemente rispetto all’utilizzo della paletta Innovativa in plastica, munita di una leva per rinfrescare la sabbietta e raccogliere in modo automatico i rifiuti, depositandoli in un apposito cestino rivestito con foderina Scopri di più 5. PETSAFE SCOOPFREE SMALTIMENTO AUTOMATICO DEI RIFIUTI: nessuna raccolta, pulizia o cambio della lettiera del tuo gatto per settimane CONTROLLO DEGLI ODORI I cristalli eliminano gli odori assorbendo l’urina e disidratando gli escrementi solidi. Non si attaccano alle zampe e sono privi di polvere al 99%   Scopri di più 6. ELSPET AUTOMATICA ( AUTOMATICA!) Controllo tramite APP】Controllo remoto e monitoraggio dei dati tramite l’app. Le statistiche di utilizzo possono essere referenziate per monitorare le sane abitudini del gatto 【Ampio spazio】La dimensione di questa lettiera automatica ELS PET è 24 * 24 * 25 pollici, 61 cm * 61 cm * 63,5 cm, uno spazio che può ospitare più gatti e può soddisfare le esigenze dei grandi feline   Scopri di più 6. PETJC LETTIERA AUTOPULENTE ( AUTOMATICA!) APP】controlla Lettiera per Gatti Autopulente Automatica sempre e ovunque tramite l’APP PETJC. Ricevi notifiche quando il cassetto dei rifiuti è pieno Scopri di più Tutti gli amanti dei gatti sanno quanto deve essere costante curare e tenere pulita la lettiera dei nostri amici mici(ah!), e anche quanto loro siano puliti e ordinati se lo facciamo e la manteniamo. Al contrario, quando si lascia la lettiera sporca per alcuni giorni, il gatto ha meno voglia di andarci e cerca altri posti, a volte insospettabili, sporcando spesso parti della casa. A me è capitato che quando succede, come trovano la doccia aperta la fanno sul piatto doccia, e a voi? In particolare, quando si hanno più gatti in casa, la cosa è ancora più stressante, e deve essere un’abitudine costante da tenere. Io ne ho tre, e ho cercato per molto tempo una soluzione comoda e gestibile per tanti gatti. In questo contesto andiamo a parlare della lettiera autopulente. Ma veramente esiste una lettiera che si pulisce da sola???? Lettera autopulente: come funziona La lettiera autopulente è un accessorio elettrico per i nostri amici gatti che ad ogni bisogno effettuato pulisce e sterilizza la sabbia automaticamente. Necessita di corrente elettrica, di un attacco dell’acqua fredda in ingresso e di un punto di scarico. Per questo è meglio posizionarla in bagno od in un locale di servizio. Come funziona? In maniera semplice. Si tratta di una lettiera chiusa, con una paletta interna che ad ogni bisogno ara tipo rastrello la sabbia, e butta nello scarico i rifiuti dei bisogni. In un passaggio subito successivo viene rilasciata nella sabbia acqua e disinfettante, che poi passa e viene mandata nello scarico dei rifiuti. Alla fine la sabbia viene asciugata dall’aria rilasciata dalla lettiera(come un phon in pratica). La lettiera è realizzata in plastica, per cui non assorbe liquidi. L’attivazione della lettiera avviene in automatico ad ogni bisogno del gatto, in maniera di lasciare il nostro ambiente pulito e sanificato. Si tratta di una lettiera normale, leggermente più grande di una lettiera tradizionale e funziona in modo di non creare disturbo e permettere al gatto di fare i suoi bisogni con tranquillità senza che dobbiamo andargli dietro dietro a pulire subito. Si evita l’effetto di tornare a casa e sentire in casa quell’odorino spiacevole di gatto? Assolutamente si! I rifiuti dei bisogni possono essere accumulati in una vaschetta sottostante, che poi viene svuotata, oppure vanno a finire direttamente nello scarico. L’attivazione del rastrello di pulizia può essere programmato, e va da 5 a 20 minuti dall’azione del gatto. La lettiera autopulente si svuota da sola ma è consigliabile effettuare ogni tanto una pulizia più approfondita, qualora alcuni residui non vengano scaricati ed eliminati correttamente. Tutto quello che c’è da fare è sostituire la sabbietta e pulire la struttura della lettiera con sapone neutro non nocivo per i nostri amici gatti. Rispetto alla lettiera tradizionale, la lettiera autopulente si pulisce da sola e non ha bisogno di interventi da parte nostra per molto tempo. Questo permette di controllaare gli odori in casa e non toccare mai i bisogni dell’animale. Molte lettiere usano sabbia lavabile, agglomerante o in cristalli di silicio, e nel momento in cui il gatto fa i bisogni, il liquido scivola nella parte sotto autopulente e si fa pulizia automatica dei residui. Alcune lettiere automatiche hanno bisogno di un tipo di sabbia specifico e non possono accettare tutti i tipi di sabbietta. Comprende al suo interno palette pulenti, una pompa che sccioglie le feci del gatto, una cartuccia igienizzante per la sabbietta, e un ventilatore che effettua l’asciugatura finale. Le più complete prevedono che i residui di scarico finiscano appunto nello scarico del bagno in maniera automatica, in altri casi i residui finiranno in un contenitore sotto che dovremo poi svuotare manualmente. Abbiamo visto le funzionalità di questa lettiera robot che pulisce automaticamente i bisogni, ora descriviamo le due tipologie di lettiera automatica tra cui scegliere Lettiera autopulente quali tipologie ? Lettiera autopulente automatica Questo tipo di macchina ad ogni bisogno pulisce ogni residuo in automatica. Deve essere posizionata in bagno, con gli scarichi collegati e l’attacco dell’acqua, e ogni … Leggi tutto

Come diventare Regista: Cosa studiare?

La figura del regista quando si parla delle sette arti è molto stimato e anche obiettivo come professione a detta di molti. Fellini, Vittorio De Sica, Pietro Germi, Christopher Nolan, James Cameron, sono solo alcuni esponenti importanti di un settore che vede tantissimi personaggi di spicco, che sono la colonna portante del cinema italiano e mondiale. Il regista però non si occupa solo di cinema, ci sono figure importanti anche per quanto riguarda registi teatrali, di radio, televisione. Il regista è un personaggio fondamentale su cui si poggia grande peso dell’intera produzione. Sicuro elemento importante, ma anche professione di grande responsabilità. Ma come si può diventare regista? Quali sono i passi da seguire e cosa studiare? Non esiste un percorso unico per diventare regista, ma la cosa importante è studiare a livello universitario Scienze della Musica, delle Arti e dello Spettacolo E’ importante perché bisogna conoscere i campi artistici in cui si svolge l’attività cinematografica, o televisiva, dalle scenografie, ai costumi, alla fotografia, al montaggio. La più grande istituzione in Italia che insegna questa professione è sicuramente il DAMS, quindi è una scelta fortemente da prendere in considerazione se si vuole diventare regista. Ed a livello Universitario? Una Laurea magistrale in scienze dello spettacolo è il secondo passo da compiere in questo percorso, per approfondire la produzione e conservazione dei prodotti cinematografici, musicali e multimediali. Un valido supporto sicuramente lo da un corso di laurea in Scienza della Comunicazione, per dare ulteriori strumenti a chi vuole diventare regista. Facendo ricerche specifiche sicuramente si trovano molte offerte di Accademie di cinema, anche se a Roma si respira un’aria diversa. Cinecittà, la scuola di recitazione Silvio D’Amico, l’Accademia di Cinema DAM Cinema Academy ne sono tre esempi importanti. Tutte le migliori scuole di cinema prevedono stage e laboratori orientati alla pratica, oltre che una base importante di formazione teorica. Quali sono le competenze del regista? Di cosa si occupa? Il regista segue l’intera produzione artistica, in ambito di cinema, radio, televisione o teatro. Il regista è responsabile della ricerca dei produttori e dei finanziamenti, della determinazione del background del film, della selezione degli attori giusti, della determinazione del tempo e degli orari di lavoro e della preparazione di un programma per le prove. Poi ci sono mansioni ulteriori: leggere e ricercare la sceneggiatura, provare la scena, coordinare le attività della troupe e degli attori, supervisionare la fotografia, la selezione delle ambientazioni e l’intero ufficio tecnico. Anche durante la fase di post-produzione, il regista è sempre presente, coordinando e supervisionando le attività di post-produzione come montaggio, effetti speciali ed effetti sonori, missaggio sonoro e altro ancora.   Per far fronte a tutti questi compiti ti saranno indispensabili profonde conoscenze in tema di arte, un’ottima padronanza della lingua italiana, conoscenze di alto profilo nell’ambito della comunicazione e dei media oltre che un’infarinatura di competenze nella gestione del personale e di sociologia, psicologia ed antropologia.   Le qualità di cui un regista non può fare a meno sono l’eccellente ingegno, la capacità di generare un gran numero di idee e di successo, e l’ottima capacità di problem solving. Se la tua aspirazione è quella di diventare un regista, probabilmente hai provato nuove idee, girato cortometraggi, iniziato a prendere confidenza con la macchina da presa e ti sei buttato nel montaggio. Padroneggiare il software e gli strumenti può essere un ottimo modo per implementare le tue idee, magari realizzando cortometraggi e lungometraggi. Quanto guadagna un regista? Come è consuetudine nel mondo dell’arte e dello spettacolo, ottenere lo stipendio medio del regista non è facile, perché alcuni guadagnano cifre davvero stratosferiche, come molti altri che faticano a trovare lavoro. In ogni caso, i dati Inps ci dicono che un dirigente guadagna dai 3.000 ai 3.500 euro al mese, una cifra niente male anche se difficile da raggiungere in un ambito professionale saturo e fortemente competitivo. E tu hai già scelto quale strada intraprendere?

Corsi per consulente d’immagine, cosa trovo online?

Se stai cercando online dei validi corsi per consulente di immagine ti sarai accorto che la scelta formativa è molto ampia. Anche se è una professione per la quale non è necessario avere qualifiche specifiche, concentrarsi solo sulle proprie doti e sui propri talenti potrebbe non essere sufficiente.   Quindi, come si fa a diventare consulente di immagine?  Per farla breve, è davvero importante seguire un corso di formazione che ti prepari su argomenti come il significato e l’analisi del colore, storia della moda, forma antropometrica, etichette e codici di abbigliamento.   In Italia non esistono corsi di laurea specialistici per questa professione, ma molte accademie e realtà private offrono programmi di formazione in consulenza d’immagine.   Nella valutazione dei corsi, ti consigliamo di prestare attenzione sia alle materie e argomenti trattati, sia alla qualità dei docenti, con preferenza per corsi tenuti da persone che hanno effettivamente avuto successo nell’esercizio della professione. Quanto costa un corso di consulente d’immagine? Probabilmente, prima di scegliere il miglior corso per consulente di immagine, quello perfetto perchè questa passione si tramuti in una possibilità lavorativa concreta, vorrai farti un’idea dei prezzi per capire se rientri nel tuo budget.   Quello che possiamo dirti è che i percorsi formativi a tua disposizione sono talmente numerosi e diversi allo stesso tempo, che paradossalmente potresti trovare anche qualche corso online di consulenza di immagine gratuito. Altrimenti, i prezzi in media sono sui 500,00 euro, parlando anche dei costi dei corsi di armocromia. Considera che molte Accademie, i cui corsi sono certificati e completi, permettono di diluire le spese anche pagando delle modestissime rate mensili.   Corso gratuito consulente d’immagine, è veramente professionale? Parlando del costo di un corso di consulente di immagine ti abbiamo accennato al fatto che navigando qua e là potresti trovarne anche di gratuiti sul web. Ma si tratta di corsi realmente professionali?   Siamo d’accordo che per poter svolgere questa professione non è necessario un titolo di studio accademico. Ad ogni modo, nella maggior parte dei casi, i corsi gratuiti che si trovano online sono molto superficiali, i docenti non hanno la dovuta professionalità ed esperienza, non rilasciano attestati per avviare la propria attività o per lavorare come dipendente, non ti permettono di interfacciarti con gli esperti del settore.   In sostanza, oltre a qualche base, non sono sufficienti per aiutarti ad avviare una carriera professionale in questo settore che inizia ad essere piuttosto competitivo. Quanto guadagna un consulente d’immagine? Valutando l’investimento da affrontare per una buona formazione, dovresti anche considerare quanto guadagna una consulente d’immagine. Considera che il suo stipendio annuo può anche raggiungere e superare i 37.000-40.000 euro. Quindi, si parla di circa 3.000 euro mensili per un professionista che lavora continuativamente. Consulente d’immagine corso online, differenza con in classe Oltre ai costi da sostenere, considera anche la differenza tra un corso online per consulente di immagine e un corso in classe. Un corso in classe ti permette di ricevere un kit di attrezzature per seguire le lezioni in maniera tecnica e professionale. Potrai confrontarti direttamente con i docenti che ti accompagneranno passo passo nel tuo percorso di apprendimento. I corsi online solitamente non prevedono tutto questo, oltre al fatto che spesso prevedono delle videolezioni e non hai la possibilità di essere seguito direttamente da un docente esperto. Miglior corso consulente immagine A questo punto ti chiederai quale sia il miglior corso consulente immagine al quale iscriversi. Non possiamo fare a meno di segnalarti il corso di armocromia certificato e di consulente d’immagine di REA Academy. Il corso si tiene sia nella sede di Roma che di Napoli e prevede una formula interdisciplinare per creare una sinergia tra le varie tecniche e aree del settore beauty. Si tratta di un percorso molto pratico, altamente professionale e perfetto per immergersi subito nel mondo del lavoro.   Alla fine del corso consulente d’immagine Roma e Napoli di REA Academy otterrai un attestato di livello raggiunto, un ottimo pass per e curriculum per te.  

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