Cosa Comprare a Osaka?

Osaka storicamente è una città di mercanti che fonda la sua economia su traffici commerciali. Prepariamoci dunque ad immergerci nei “mercati” della folkloristica città giapponese. La parte nord della città ospita quartieri generali e filiali dei grandi magazzini giapponesi, in cui è presente un alto e frequente traffico, che soddisfa i bisogni di ogni tipo di persona o gruppo: dalle famiglie ai teenager. Gli articoli con cui spaziare il nostro shopping vanno dall’abbigliamento, alla moda in generale, design, gioielli e così via. Ma cosa caratterizza di più la città di Osaka? Comunemente indicata come “La cucina del Giappone”, ospita gallerie di shopping o shotengai, dove è possibile acquistare utensili da cucina e oggetti per la casa tipici come: bacchette, set di coltelli per la preparazione di cibi, oggetti per le varie tecniche di cottura ecc. Parallelamente abbiamo la possibilità di acquistare anche prodotti tipici della cucina Giapponese nel mercato dei prodotti freschi Kuromon, in cui abbiamo una vasta scelta: dal pesce alla carne, dalle verdure alla frutta, per respirare appieno l’aria orientale, gli usi ed i costumi di questa iconica città. Non lascia sicuramente scoperta una fascia di mercato che è forse quella che più si spinge nel visitare il paese del sol levante: La cultura nerd. Infatti se ci spostiamo verso Amerikamura ci ritroveremo davanti ad una piccola Tokyo dove è più frequente il traffico di giovani, per la moda, le tendenze, la musica e le passioni più amate da questo pubblico insieme a Denden Town, il distretto di elettronica di Osaka, l’ideale per gli amanti di videogiochi, console, manga, anime, modellismo e tanto altro, Insomma un paradiso per Hobbisti e amanti di questa arte-cultura. In conclusione, Osaka può ospitare qualsiasi tipo di persona senza fare a meno di lasciarti incantato davanti alla storia e alla bellezza di questo paese.

Cosa Comprare a Lisbona

Lisbona capitale dell’omonimo Portogallo, situata nell’ Europa più occidentale, vanta una storia ricca di tradizione, grazie alle numerose contaminazioni culturali che hanno lasciato traccia nel corso degli anni. È una delle mete turistiche più ambite soprattutto per i giovani: spiagge e movida ne fanno da padrona. Ma cosa possiamo comprare come souvenir a Lisbona? Dall’iconico tram 28, alle sardine decorate, Lisbona offre l’imbarazzo della scelta nell’artigianato, ma non solo. Cosa compriamo nel nostro viaggio a Lisbona? Gallo di Barcelos Il regalo più bello che potete farvi a Lisbona è portarvi a casa un pezzo di tradizione portoghese, ovvero splendide piastrelle decorate o ceramiche. Simbolo iconico è il gallo di Barcelos, simbolo onnipresente durante il nostro viaggio. Originario della città di Barcelos, ha origine da una leggenda antichissima, che narra di un uomo sospettato di aver compiuto un omicidio che in quel periodo portò panico in tutta la città. L’uomo palesemente innocente proveniva dalla Galizia ed era pellegrino del Cammino di Santiago. La sua condanna fu la forca, ma l’uomo volle parlare con il giudice, mentre stava mangiando, per provare ancora una volta la sua innocenza. Il giudice stava per assaporare un galletto e il pellegrino affermò che se era davvero innocente, quel gallo avrebbe cantato: pur essendo impossibile, il gallo arrosto cantò e il giudice liberò l’uomo. Da questa leggenda nasce l’iconico simbolo, presente in qualsiasi negozio della città. Azulejos portoghesi Altro regalo diffuso da fare o da farsi è l’azulejo. Questa piastrella di ceramica è ricca di ornamenti, smaltati. Che sia a Lisbona o in qualsiasi altra città del portogallo, queste piastrelle sono impossibili da non incontrare. Dal XV secolo, infatti, sono diventate parte integranti e fondamentali dell’arte portoghese. Vengono usate successivamente per scalini, giardini, conventi e chiese. Regalare una piastrella azulejos è sicuramente come portarsi un pezzo di questo fantastico paese. Tapetes Tra i prodotti iconici troviamo i tappeti tradizionali. Questi tappeti sono realizzati con metodo artigianale di filo e lana. Questo prodotto è il più apprezzato per decorare casa, portando con se i colori sgargianti portoghesi. Sono realizzati con un telaio e un processo unico, che consente di riprodurre su di esso vere e proprie opere d’arte, creando mezzi toni e infinite sfumature. Cuore di Viana L’arte orafa portoghese è anche esso diffuso. A differenza di altri paesi, la filigrana e i gioielli realizzati in questo paese rappresentano motivi religiosi, natura e amore. Tra questi il cuore di Viana è l’iconografia verso la dedizione e l’amore religioso, oltre ad essere il cuore sacro di Gesù. Ad oggi questo souvenir non è più legato alla religione ma è profondamente collegato agli innamorati. Tra le cose che conviene comprare in Portogallo, quindi, un ciondolo d’oro in filigrana che rappresenta il cuore di Viana può rappresentare un souvenir prezioso dal nostro viaggio, ma anche un regalo per una persona a noi particolarmente cara. Souvenir del Tram 28 Infine tra i souvenir più venduti e quelli da regalare, non può mancare un’oggetto una calamita o altro che richiami il tram 28. Iconico tram giallo, in formato tascabile, rappresenta più di tutti la città. Si trova praticamente in qualsiasi negozio o bancarella presente in città, ma ricordate che il colore giallo è quello che rappresenta l’originale. Il modellino in scala può arredare una parte della vostra casa o può essere portato sempre dietro per ricordo. E come cibo tipico? Sardine in scatola Il Portogallo offre una vasta gamma di specialità gastronomiche, tra cui le deliziose sardine in scatola. Durante un viaggio a Lisbona, è possibile portare a casa una scatola decorata a mano di sardine, rappresentativa della rinomata industria conserviera del Paese. Queste scatole sono tra i souvenir più caratteristici e tradizionali, con motivi decorativi che spesso includono date di nascita, luoghi iconici e design tipici. La Loja das Conservas, un negozio popolare a Lisbona, offre un’ampia selezione di queste scatole, presentate quasi come opere d’arte in una galleria. Con una esposizione dettagliata e un’atmosfera incantevole, questo negozio è una tappa imperdibile per coloro che cercano souvenir autentici del Portogallo. Ginjinha Il liquore alle amarene, conosciuto come Ginjinha e tipico di Lisbona, rappresenta un’esperienza culinaria imprescindibile durante un viaggio in Portogallo. Questo liquore, ritenuto creato nel XVII secolo da un monaco cistercense, ha radici nelle regioni di Óbidos e Alcobaça. Oggi è diffusamente popolare in tutto il Portogallo, specialmente a Lisbona, dove è diventato un rituale pomeridiano simile all’aperitivo italiano. La Ginjinha si serve tradizionalmente in piccoli bicchieri di vetro, con o senza frutta, presentando un colore rubino intenso. La produzione coinvolge l’infusione di amarene, note come ginjas, nella grappa portoghese chiamata aguardente. A Lisbona, tre storiche case produttrici offrono questa prelibatezza, mentre locali come la rinomata Ginjinha Sem Rival servono il liquore seguendo la tradizione, offrendo anche la possibilità di acquistare questo souvenir unico del Portogallo. La Ginjinha è certamente un must da acquistare durante un soggiorno a Lisbona. Pasteis de Nata I pastéis de nata o di Belém sono famosi in tutto il mondo come tipici dolci portoghesi, composti da uova e pasta sfoglia. Originariamente prodotti nel monastero dos Jerónimos a Belém, la ricetta è stata tramandata e oggi viene replicata nelle rinomate pasticcerie di Lisbona e del Portogallo. Solitamente gustati con un espresso nei bar portoghesi, questi dolci possono anche essere acquistati come souvenir durante un viaggio in Portogallo. È importante notare che i pastéis de nata contengono una crema e pertanto è consigliabile consumarli entro pochi giorni. Possono essere conservati per un breve periodo a temperatura ambiente, ma possono anche essere congelati per prolungarne la conservazione. Tuttavia, per assaporare i veri pastel de Belém, preparati secondo la ricetta originale, è necessario recarsi alla Fábrica Pastéis de Belém, l’unico luogo che conserva gelosamente la tradizionale tecnica di preparazione ereditata dal monastero. E tu cosa comprerai o regalerai dopo un viaggio a lisbona?

Cosa Comprare a Madrid

Alla ricerca di souvenir tipici durante la tua visita a Madrid? La città offre una varietà di opzioni affascinanti, tra cui le affascinanti nacchere per il flamenco, ventagli eleganti, scialli, statuette e piastrelle di ceramica. Se desideri acquistare delle autentiche nacchere, fai una visita al negozio Casa De Diego nella vivace Puerta del Sol. Questo negozio vanta una vasta gamma di prezzi, dai più accessibili a souvenir raffinati e unici che possono raggiungere cifre più elevate. In media, le nacchere spagnole si aggirano intorno ai 10 euro. Chiamate castagnette o nacchere in italiano e castañuelas in spagnolo, questi piccoli strumenti sono ampiamente utilizzati nei paesi di lingua spagnola e nell’Italia meridionale. Nelle nacchere destinate alla danza teatrale, spesso si trovano scanalature che amplificano le sonorità, offrendo una gamma più ampia di effetti sonori. Se sei interessato ai ventagli, puoi trovarne a buon prezzo al mercato della domenica, conosciuto come il Rastro, o al Rastrillo en plaza Castilla. Contrariamente ai costi più elevati presso El Corte Ingles, qui potrai acquistarli per soli 5 euro invece di 50. Per imparare a suonare le nacchere, basta agitarle in modo che le due parti sbattano l’una contro l’altra, producendo un suono distintivo simile a quello di due castagne che si scontrano. Le origini di questi strumenti sono incerte, ma si crede che siano stati inventati in Spagna o nell’Italia meridionale. Se sei alla ricerca di altri souvenir unici, Madrid offre una varietà di negozi interessanti. ”La Fiambrera Art Gallery” in Calle del Pez 7, nel quartiere Universidad, offre una piacevole atmosfera e una vasta gamma di articoli. ”Macchinine” in Calle Barquillo 7, nel centro, è il paradiso per gli amanti delle miniature, con modellini vintage a prezzi accessibili. Se preferisci qualcosa di più unico, visita ”Entredòs Antiguedades” in Calle de Jose Ortega y Gasset 8, nel distretto di Salamanca, dove puoi trovare souvenirs di alta qualità, alcuni dei quali potrebbero essere pezzi unici. Sono regali ideali da portare con te da Madrid.

Cosa Comprare a Tokyo

Benvenuti nel mondo affascinante dello shopping a Tokyo! Se siete appassionati di moda, tecnologia, tradizione o semplicemente alla ricerca di tesori unici, siete nel posto giusto. Tokyo è una città che fonde perfettamente il moderno e il tradizionale, offrendo una varietà di esperienze di acquisto che soddisferanno ogni gusto. Da quartieri alla moda come Harajuku e Shibuya, dove le ultime tendenze emergono e si mescolano in una miriade di negozi alla moda, a luoghi storici come Asakusa, che offrono autentiche esperienze di shopping tradizionale, abbiamo coperto tutto. Scoprite il meglio dello shopping a Tokyo con noi, e preparatevi a immergervi in un’esperienza unica che vi lascerà pieni di soddisfazione e con bagagli carichi di tesori indimenticabili. Buon divertimento nello shopping a Tokyo! Partiamo subito. 1.Esplorare l’Universo di Anime e Manga a Tokyo: Un Viaggio nel Cuore della Cultura Otaku: In Giappone, il mondo dell’animazione e dei manga offre una vasta gamma di oggetti da collezionismo per appassionati di ogni genere, e rappresenta un caposaldo della cultura nipponica, costituendo un ampio settore economico e di collezionismo. Molti appassionati del genere, tra i souvenir da comprare a Tokyo e in Giappone non possono farsi mancare i modellini da collezionismo dei loro anime e manga preferiti, chiamati anche action figures. Ecco alcuni suggerimenti su dove trovarli: Anime e Manga: Akihabara: è spesso chiamato “Electric Town” ed è il cuore pulsante della cultura otaku. Troverete una miriade di negozi specializzati in anime e manga, alcuni dei quali vendono edizioni limitate e oggetti da collezione. Mandarake: Con più di una dozzina di filiali a Tokyo, Mandarake è una catena di negozi di manga usati e oggetti da collezione. È il posto ideale per cercare edizioni fuori catalogo, manga rari e merchandise introvabile altrove. Action Figure e Figurine: Nakano Broadway: Questo complesso commerciale è un paradiso per i collezionisti. All’interno troverete numerosi negozi specializzati in action figure, figurine, e altri articoli da collezione legati al mondo dell’animazione e dei videogiochi. Gachapon: Gachapon Alley a Akihabara: Questa è l’area dei Gachapon (capsule vending machine) a Akihabara. Qui potrete trovare una vasta gamma di piccole figure, portachiavi e gadget a sorpresa, ideali per i collezionisti di tutte le età. 2.Esplorare l’Eleganza Tradizionale: Il Kimono a Tokyo Il kimono, capo di abbigliamento tradizionale giapponese, è una manifestazione di grazia e raffinatezza che ha radici profonde nella storia e nella cultura del Giappone. Indossare un kimono è un’esperienza che va oltre il semplice vestirsi; è un omaggio alle tradizioni, un’espressione di rispetto e un viaggio nel passato. Dove acquistare kimono a Tokyo: Nihonbashi Kimono Town: Situato nel cuore di Tokyo, Nihonbashi Kimono Town è un paradiso per chi cerca kimono tradizionali. Qui, troverete negozi specializzati che offrono una vasta selezione di kimono di alta qualità, insieme agli accessori tradizionali come obi e zori. Mercati delle Pulci e Negozi di Seconda Mano: Quartieri come Shimokitazawa e Koenji sono noti per i loro negozi di seconda mano. Esplorare questi luoghi può riservare sorprese, offrendo kimono unici e vintage a prezzi più accessibili. 3.Esplorare la Tradizione e la Fortuna con i Daruma a Tokyo Il Daruma, una figura rotonda e senza braccia, incarna una profonda tradizione giapponese di perseveranza, determinazione e fortuna. Queste iconiche bambole rosse sono spesso associate all’ottenimento di obiettivi personali e alla realizzazione dei desideri. Se vi trovate a Tokyo e desiderate portare a casa un simbolo tangibile di determinazione, ecco dove potete trovare e acquistare i Daruma. Sensō-ji a Asakusa: Uno dei templi più antichi di Tokyo, Sensō-ji a Asakusa, è un luogo ideale per acquistare un Daruma. Nei pressi del tempio, numerosi negozi tradizionali offrono una varietà di Daruma di diverse dimensioni e colori. Negozio Kaminarimon Nakamise-dori: Lungo Nakamise-dori, la via che conduce al Sensō-ji, troverete diversi negozi specializzati in souvenir tradizionali, tra cui i caratteristici Daruma. Questi negozi spesso offrono una selezione di Daruma con desideri e obiettivi pre-impostati, rendendo il processo di scelta ancora più significativo. 4.Hashioki e Hashi: Un Tuffo nella Tradizione Giapponese dei Bastoncini da Sushi e i loro appoggi. Se viaggiate a Tokyo e volete portare a casa un autentico pezzo della cultura giapponese, gli “hashi” (bastoncini da sushi) e gli “hashioki” (appoggi per bastoncini) sono scelte ideali. Questi elementi, tanto pratici quanto esteticamente affascinanti, raccontano la storia della tradizione giapponese e aggiungono un tocco di eleganza alla vostra esperienza gastronomica. Hashi – Bastoncini da Sushi: Gli hashi, o bastoncini, sono essenziali nella cultura giapponese e vengono utilizzati per gustare deliziosi piatti di sushi, sashimi e altri prelibati cibi giapponesi. A Tokyo, potete trovare una vasta gamma di hashi, da quelli tradizionali in legno a quelli più moderni in metallo o plastica, spesso decorati con design unici e caratteristici. Hashioki – Appoggi per Bastoncini: Gli hashioki sono piccoli supporti progettati per tenere alzati gli hashi, evitando che toccino direttamente la tavola. Questi oggetti fungono anche da elementi decorativi e sono spesso realizzati con materiali pregiati, come ceramica, legno o metallo. Entrambi gli hashi e gli hashioki sono più di semplici utensili da tavola; sono rappresentazioni tangibili della maestria artigianale giapponese e della connessione con la cultura alimentare del paese. 5.Maneki Neko: Un Simbolo di Buona Fortuna da Portare a Casa Il Maneki Neko, noto anche come il “gatto della fortuna” o “gatto che fa beckoning,” è uno dei simboli più iconici della cultura giapponese. Questa graziosa statuetta, raffigurante un gatto che alza la zampa in segno di benvenuto, è spesso associata a buona fortuna, prosperità e successo negli affari. Il Significato dietro il Maneki Neko: La leggenda racconta di un gatto che, con il suo gesto di invito, ha portato fortuna a un viandante, che a sua volta ha ricompensato il proprietario del gatto con prosperità. Da allora, il Maneki Neko è diventato un amuleto diffuso nei negozi e nelle case in tutto il Giappone, portando speranza e positività. Dove Acquistare il Tuo Maneki Neko a Tokyo: -Asakusa Nakamise Shopping Street: -Tokyo Character Street a Tokyo Station: -Akihabara Concludiamo il nostro viaggio attraverso i tesori di Tokyo con la certezza che ogni … Leggi tutto

Oktoberfest a Monaco: Un’esperienza da vivere

L’Oktoberfest, noto anche come “Festa d’ottobre” in bavarese o semplicemente “Wiesn” (che significa “il prato” nel dialetto bavarese), è un rinomato festival popolare tenutosi annualmente a Monaco di Baviera, in Germania, dal penultimo fine settimana di settembre al primo fine settimana di ottobre. Questo evento è celebre in tutto il mondo ed è la fiera più imponente a livello globale, attrarre in media sei milioni di visitatori ogni anno (raggiungendo quasi sette milioni nel 2011) e portando al consumo di ben 7,5 milioni di boccali di birra. Numerose città in tutto il mondo si ispirano a questa celebre festa e organizzano manifestazioni simili, anch’esse chiamate Oktoberfest. La celebrazione dell’Oktoberfest si estende per un periodo di 16 giorni in una vasta area conosciuta come Theresienwiese, o semplicemente “Wiesn”. La festa solitamente termina nella prima domenica di ottobre, ma a partire dal 1994 può essere prolungata fino a 17 o 18 giorni se la prima domenica di ottobre cade l’1 o il 2 del mese. In questo caso particolare, l’evento si estende fino al 3 ottobre, concomitante alla celebrazione della Festa della Riunificazione tedesca. Nel vasto terreno di Theresienwiese, che si estende su 42 ettari (equivalenti a 0,42 km2), viene creato un ampio parco divertimenti e vengono erette le strutture chiamate “Festzelte”, dove vengono servite le sei rinomate birre di Monaco di Baviera (Paulaner, Spaten, Hofbräu, Hacker-Pschorr, Augustiner e Löwenbräu), autorizzate appositamente per l’evento. Ogni uno dei 14 grandi stand può ospitare da 5.000 a 10.000 persone e offre spettacoli musicali nel tipico stile schlager su un palco centrale. La festa inizia con la celebrazione della prima spillatura del barile, trasmessa in diretta televisiva in tutto il mondo, seguita dalla consueta processione tradizionale. Durante l’Oktoberfest, le sei birrerie autorizzate a distribuire le proprie birre riforniscono i “tendoni della birra”, chiamati anche “Bierzelte”, con una varietà speciale di birra denominata “märzen”, riconoscibile per il suo sapore più ricco e un tenore alcolico più elevato rispetto alla birra tradizionale. La birra dell’Oktoberfest, con la sua storia di produzione particolare destinata all’evento di Monaco, si è affermata come un simbolo amato in Germania e in tutto il globo. La sua fama è intimamente connessa alla città di Monaco e al suo stile di vita, tanto da essere considerata un autentico rappresentante della città. Secondo un registro storico del XIX secolo, si stabiliva durante l’Oktoberfest che fosse consentito servire esclusivamente birra prodotta nelle vicinanze, in conformità con un decreto emesso dalle autorità locali di Monaco. In quel periodo storico, quattro gestori di locande delle aree limitrofe vennero vietati di offrire la loro birra, proveniente da una località distante circa 45 chilometri da Monaco, durante il periodo festivo. Le grandi strutture conosciute come “tendoni della birra” possono accogliere un numero variabile di persone, da 3.000 a 10.000, e richiedono un periodo di preparazione di circa due mesi. Un momento di particolare rilievo durante l’Oktoberfest è rappresentato dall’apertura ufficiale alle 12:00, quando il sindaco di Monaco, dopo 12 colpi di cannone, versa la prima birra nel padiglione Schottenhamel. Per compiere questo gesto, infila con decisione il rubinetto nella botte inaugurale e pronuncia le celebri parole “O’zapft is! Auf eine friedliche Wiesn!” in dialetto bavarese e tedesco, che possono essere tradotte come “È stappata! Che sia una festa pacifica!”. Questo gesto ufficializza l’inizio delle celebrazioni, e il sindaco riempie il primo boccale di birra, che successivamente viene offerto al Presidente del Länd della Baviera. I partecipanti all’Oktoberfest hanno l’opportunità di gustare una varietà ampia di piatti, che includono salsicce, pollo arrosto (Hendl), crauti (Sauerkraut) e specialità tipiche della cucina bavarese, come lo stinco di maiale. Dove e come si è svolto il primo Oktoberfest? Nel corso delle festività legate al matrimonio del principe ereditario Ludwig e della principessa Therese, celebrato il 12 ottobre 1810 a Monaco, si svolsero numerose celebrazioni sia private che pubbliche. L’Oktoberfest ebbe inizio durante l’ultima di queste celebrazioni, precisamente durante la corsa dei cavalli che ebbe luogo il 17 ottobre, un’iniziativa ideata da Andrea Michele Dall’Armi. Questa corsa divenne presto un evento annuale di grande popolarità. La selezione del luogo per questo evento, fuori dal centro cittadino, fu basata sulle sue peculiarità ambientali. La Sendlinger Berg (monte di Sendling), ora conosciuta come Theresienhöhe (altura di Teresa), venne adibita a tribuna per accogliere i 40.000 spettatori presenti durante la corsa. Tra le delizie culinarie offerte ai partecipanti erano inclusi sia vino che birra. Prima dell’avvio della corsa, ebbe luogo una cerimonia commemorativa dedicata agli sposi e alla famiglia reale, che consisteva in un modesto corteo composto da 16 coppie di bambini, ognuna vestita con costumi tradizionali che rappresentavano i Wittelsbach, i nove distretti della Baviera e altre regioni. In seguito, si esibì un coro prima di concludere l’evento con la corsa di 30 cavalli su una pista lunga 3.270 metri. La medaglia d’oro fu consegnata al primo cavallo che attraversò il traguardo, presentata personalmente dal Ministro Maximilian conte di Montgelas. Evoluzione Dell’Oktoberfest negli ultimi tre secoli L’Oktoberfest ha subito un’evoluzione significativa nel corso degli ultimi tre secoli: XIX secolo: Nel 1813, a causa delle guerre napoleoniche, non si tenne il festival, ma negli anni successivi conobbe una crescita costante. Le prime edizioni comprendevano gare di cavalli, alberi da scalata, piste da bowling e altalene. Nel 1818, fu installata la prima giostra e furono organizzate lotterie di beneficenza per sostenere i cittadini poveri. Nel 1819, i consiglieri municipali di Monaco presero in carico la gestione dell’Oktoberfest, stabilendo la celebrazione annuale dell’evento. A partire dal 1850, la “Statua della Baviera” fu collocata nell’area della festa, e nel 1853 fu completata la Ruhmeshalle (una sorta di pantheon). Tuttavia, alcune edizioni furono annullate a causa di epidemie di colera (nel 1854 e nel 1873) e guerre (nel 1866 e nel 1870). Verso la fine del XIX secolo, la durata del festival si allungò, con l’inizio anticipato a fine settembre. Dal 1880, la vendita di birra fu autorizzata e nel 1881 fu inaugurata la prima rosticceria. L’illuminazione elettrica venne introdotta, con oltre 400 bancarelle e stand. Le birrerie costruirono grandi … Leggi tutto

Indian Pale Ale, Tradizione E Cenni Storici

La birra Indian Pale Ale anche detta in acronimo IPA è una birra ad alta fermentazione, Ale appunto, che viene prodotta con Malto Chiaro(Pale) con grossa presenza di luppoli. Ale sta a dire ad alta fermentazione dunque. Durante le fasi di produzione, c’è il momento in cui viene aggiunto il lievito, che fa sì che la birra diventi alcolica, questo determina la differenza tra Lager ad esempio ed Ale, Bassa e Alta fermentazione. Il termine Pale invece indica il tipo di Malto, in questo caso chiaro e poco tostato. Il malto meno tostato solitamente determina una birra dal colore molto chiaro. Più il malto è tostato più la birra cambia colore ed ha un sapore più intenso e più persistente. Le Indian Pale Ale sono notoriamente originarie del Regno Unito e vengono prodotte con luppolo del luogo. Nel tempo dalle IPA si è passati dall’importazione da parte degli USA a produzione di Pale Ale diretta negli Stati Uniti, e quindi si è arrivati alla produzione di APA, American Pale Ale che si differenzia dalla IPA proprio per i luoghi di produzione, nonché di scelta di luppoli coltivati direttamente negli USA. Questo processo produttivo effettuato negli Stati Uniti differenzia molto le APA dalle IPA e anche dalle American IPA, perché il malto ed il luppolo vengono dosati in modo diverso. Cenni storici sulla Indian Pale Ale L’India è stata una colonia inglese per molto, fino ad una completa decolonializzazione avvenuta, di fatto, soltanto nel 1947. Alla fine del Diciottesimo Secolo e gli inglesi presenti in India avevano una grande nostalgia della birra. Per questo la George Hodgson’s Bow Brewery, piccola birreria con sede sui Docks di Londra, iniziò a produrre una ale più alcolica e più luppolata, che aveva una maggiore resistenza durante i viaggi lunghi: si tratta del primo prototipo di birra Indian Pale Ale. Nel tempo le IPA sono state rielaborate e reinterpretate a seconda della provenienza dei luppoli e dei processi produttivi della birra nello specifico: Si parla quindi di American Pale Ale, a IPA Americana, a Scottish Pale Ale a IPA Italiana. Come abbinamento organolettico le IPA vanno abbinate a gusti non particolarmente piccanti, avendo di fatto un sapore fortemente amarognolo. Quindi per chi ama l’abbinato pizza birra, gli ingredienti che decidi di scegliere nella pizza determinano la scelta della birra da abbinare. In questo caso una pizza dal gusto delicato si accompagna molto bene con una Indian Pale Ale, dal caratteristico gusto amaro acuto. Saper scegliere una IPA con cura non è un compito facile, per questo tantissime sono le possibilità di scelta offerte da molti e-commerce di birra online. Scegli le birre Indian Pale Ale, consultando le sezioni specifiche di 1001Birre ad esempio, ma anche di altri ecommerce della birra come beermania oppure bevandeadomicilio.com E tu, ami la Indian Pale Ale od hai un’altra tipologia di birra preferita?

Birra Kolsch: Stile Di Una Birra Tedesca Ad Alta Fermentazione

Originaria della Colonia, la birra Kolsch si presenta ambrata, con una gradazione alcolica media (4.4% – 5.2%) ed un sapore deliziosamente fruttato. Pur essendo una birra molto semplice nel gusto e nell’aspetto, la birra Kolsch risulta ben difficile da replicare. Questo soprattutto perché, nonostante gli ingredienti siano standard, il risultato restituisce una birra secca e molto beverina. Il difficile, infatti, sta proprio nel non cadere nella produzione di aromi indesiderati. La caratteristica principale di questa birra è la sua alta fermentazione. Le birre ad alta fermentazione sono ottenute mediante l’utilizzo di lieviti Saccharomyces cerevisiae. La temperatura di fermentazione si trova tra i 12 e i 23 gradi (nel caso della birra Kolsch la fermentazione è ideale a 13 gradi) e, una volta che i lieviti si saranno esauriti, saliranno verso la parte alta del fermentatore. Una birra ottenuta mediante l’alta fermentazione ha la caratteristica di restituire all’olfatto e in parte anche al gusto la percezione di aromi fruttati quali banana, albicocca, pesca e altri, proprio come la Kolsch. Il suo sapore fruttato è per l’appunto indice della sua alta fermentazione. Gli ingredienti principali di questa birra sono l’acqua, i lieviti responsabili dell’alta fermentazione, il luppolo e il malto d’orzo. La birra Kolsch si presenta perfetta se servita con antipasti, primi piatti e carni bianche. La temperatura ideale a cui andrebbe servita si aggira intorno ai 6 – 9 gradi. Birra Kolsch: una birra prettamente femminile Proprio grazie al suo sapore delicato e alla sua gradazione alcolica non troppo aggressiva, la birra Kolsch si presenta molto più amata dalle donne rispetto che dagli uomini. In Colonia, il 75% delle donne dice di essere consumatrice regolare, mentre il 20% ne è addirittura consumatrice quotidiana. Kolsch-style Data la sua semplicità e al tempo stesso complessità nella replicazione, ogni industria di birra di Colonia ha una propria versione della Kolsch. Si tratta di un vero e proprio “Kolsch-style” che esce anche al di fuori della Germania, finendo negli Stati Uniti e anche in Giappone. Se invece andiamo alla ricerca di una versione più “grezza” della birra Kolsch incontriamo la Weiss, la sua versione torbida e non filtrata. La versione “all grain” Nel linguaggio comune ai veri appassionati di birra, si tratta di un metodo di produzione prettamente domestico. Un modo originale di dire “fai da te”. La birra Kolsch all grain, difatti, prevede l’utilizzo dei grani di malto al posto del classico barattolo di estratto concentrato. Ma come si produce? Per una produzione totale di 23 litri di birra Kolsch, al posto dell’utilizzo di 2kg di estratto in polvere light e 1kg di estratto in polvere Wheat, si consiglia di utilizzare 4 kg di malto Pilsner e 0,5 kg di malto Wheat.

Birra Hoegaarden: La Regina Delle Bianche

La birra Hoegaarden è universalmente riconosciuta come la regina delle birre bianche (blanche/wit), un termine che si adatta perfettamente a questa bevanda, grazie alla sua straordinaria chiarezza. Questa birra è prodotta nel cuore delle Fiandre, presso il birrificio Hoegaarden, fondato nel 1966 da Pierre Celis. Egli, partendo da una ricetta tradizionale, rianimò la produzione di birre bianche nella regione. Queste birre sono conosciute anche come witbier e hanno radici storiche profonde. L’elemento distintivo di Hoegaarden è la sua schiuma bianca, soffice, durevole e profumata di scorza d’arancia. La birra ha un sapore fresco e leggermente acidulo derivante dal frumento belga non maltato, con un sottofondo di miele e lievito. Il retrogusto è leggero ma persistente, con chiare note di succo di limone. Nel passato, il birrificio di Hoegaarden era un luogo in cui i monaci producevano birre con aggiunta di spezie esotiche importate dai navigatori olandesi. Il curacao e il coriandolo venivano utilizzati per addolcire il carattere aspro delle birre dei monaci. Nel diciottesimo secolo, la zona vantava ben 36 birrifici e la bière blanche era molto popolare. Tuttavia, l’avvento delle birre di tipo lager portò alla scomparsa delle birre bianche, e l’ultimo birrificio chiuse nel 1957. Pierre Celis e i suoi compaesani resuscitarono queste antiche ricette, portando alla rinascita delle birre bianche. Tuttavia, un incendio nel 1985 distrusse l’impianto di Hoegaarden. Grazie al sostegno economico di Inbev, il marchio fu rilevato e il birrificio ritornò alla sua gloria. Oggi, Hoegaarden è noto per produrre birre di frumento non maltato, compresa la celebre Hoegaarden Blanche. La gamma di birre Hoegaarden include diverse varietà, tra cui la Hoegaarden Grand Cru, una strong ale con un tasso alcolico dell’8,6% vol., e la Hoegaarden Speciale, una versione più invernale, ambrata, corposa e ricca di gusto, con un tasso alcolico del 5,7% vol. Inoltre, Hoegaarden offre una varietà chiamata Hoegaarden Rosèe, caratterizzata da un colore arancione-rosato, una schiuma bianca fine, l’aggiunta di succo di lampone per un profumo speziato e fruttato, e un sapore dolce e rinfrescante. Questa birra ha una gradazione alcolica del 3% vol. In breve, Hoegaarden è rinomata per la sua gamma diversificata di birre, che attira sia il grande pubblico che gli intenditori del settore.

Bloemenbier La Birra Dei Fiori

Bloemenbier è una birra belga bionda unica, aromatizzata con fiori. Questa birra è prodotta con cura dalla brasserie De Proefbrouwerij, situata nel pittoresco villaggio fiammingo di Lochristi, noto per le sue coltivazioni floreali. Il termine “Bloemen” in fiammingo significa “fiori”, il che è una testimonianza dell’ispirazione floreale che guida questa birra. Il birrificio De Proef è conosciuto per la sua dedizione alla produzione di birre speciali su commissione. Sono esperti nell’elaborazione di ricette personalizzate fornite dai clienti, contribuendo a creare nuovi sapori o perfezionando quelli esistenti. Questo birrificio ha un reparto di ricerca e sviluppo che lavora costantemente per migliorare la qualità delle birre. L’azienda pone grande enfasi sull’integrità e sul rispetto, tanto per i collaboratori quanto per l’ambiente. Bloemenbier è una Strong Ale belga ad alta fermentazione con un colore dorato quasi ambrato e un contenuto alcolico del 7,0%. La birra vanta una schiuma abbondante e corposa, sebbene tenda a dissolversi rapidamente una volta versata. Caratterizzata da un aroma dolce e floreale, questo profilo olfattivo si riflette anche nel suo gusto. Ciò che rende questa birra speciale è il suo processo di brassatura unico, in cui vengono utilizzati due tipi segreti di fiori tipici di Lochristi. Questi fiori apportano una dolcezza distintiva alla birra e regalano al naso note di caramello, malto, miele d’acacia e fiori primaverili. Al palato, emergono sfumature fruttate che conferiscono a questa birra una dolcezza vellutata con un sottile retrogusto amaro. In generale, Bloemenbier è una birra delicata e fragrante, che ricorda la primavera sia nel profumo che nel sapore. Le note floreali, fruttate e dolci la rendono una birra ideale per gli amanti delle birre speciali e aromatiche. Questo birrificio si è impegnato a confezionare e presentare la birra in modo da preservarne la qualità. Le bottiglie vengono avvolte in un involucro protettivo che protegge la birra dalla luce diretta, evitando che l’esposizione ai raggi solari alteri il suo sapore. Bloemenbier è spesso servita dopo aver rimosso questo involucro vicino al tappo, per garantire una degustazione ottimale.

Birre Norvegesi: Guida Completa

La Norvegia ha una ricca tradizione di produzione di birra che affonda le radici nei tempi antichi, con una particolare enfasi nella cultura vichinga. Questa nazione nordica era la patria dei Vichinghi, un popolo noto per la sua abitudine di bere birra, e la bevanda rivestiva un ruolo culturale significativo, soprattutto tra i guerrieri. La birra era considerata una bevanda sacra e un elemento nutrizionale essenziale nella vita quotidiana, particolarmente durante i lunghi viaggi marittimi dei Vichinghi. Grazie al processo di fermentazione, la birra veniva vista come una fonte di energia vitale e di purificazione, il che la rendeva ideale per i viaggiatori e i combattenti. I Vichinghi erano noti per portare con sé botti di birra durante le loro epiche esplorazioni, che li portarono persino alle Americhe. Si crede che questa birra avesse una gradazione alcolica elevata per conservarne la qualità durante i viaggi. La birra aveva un ruolo centrale anche in molte cerimonie, soprattutto durante i riti funebri. La “birra funeraria” era parte di un rituale chiamato “Sjaund,” che coinvolgeva una serie di bevute in onore del defunto, sette giorni dopo la sua morte. Per scopi cerimoniali, probabilmente esistevano due versioni di birra: una con bassa gradazione alcolica chiamata “mungat” e una versione più forte preparata per i combattenti e i viaggiatori, conosciuta come “Bjorr” o “Oi.” È interessante notare che i termini “beer” e “ale” utilizzati in inglese potrebbero avere radici nei termini norvegesi. Questa cultura birraia dei Vichinghi ha lasciato un segno indelebile sulla Norvegia e ha influenzato chi ha abitato la regione nel corso dei secoli successivi. Fino a due secoli fa, ogni fattoria norvegese aveva il suo birrificio casalingo chiamato “brygghus.” Qui, venivano prodotte piccole quantità di birra utilizzando ingredienti locali come malto d’orzo, frumento, avena o segale, acqua, linfa di betulla, luppolo, miele o zucchero, lievito e ramoscelli di ginepro. La fermentazione avveniva in vasche di legno chiamate “trekar,” che avevano un rubinetto nella parte inferiore per separare i componenti liquidi. Ogni famiglia aveva la propria ricetta segreta, che determinava il grado alcolico e l’aspetto della birra. In generale, le birre norvegesi erano caratterizzate da sapori affumicati, amari, fruttati e con sentori di ginepro. Tuttavia, questa tradizione casalinga ha iniziato a scomparire all’inizio del XX secolo a causa dell’industrializzazione del settore birrario norvegese. L’emergere di birrifici di diverse dimensioni, compresi quelli artigianali, ha portato a una rinascita della cultura birraia norvegese, nota come la “craft beer revolution.” Questa rinascita ha visto una notevole accelerazione dagli anni ’90 del secolo scorso, portando alla creazione di 188 birrifici artigianali in Norvegia, nonostante una popolazione di solo 5,4 milioni di abitanti. Questi birrifici artigianali norvegesi sono noti per la loro qualità e varietà. Molti di essi hanno ricevuto riconoscimenti internazionali, dimostrando la loro eccellenza. Uno dei birrifici più rinomati è l’”Aegir,” che prende il nome dal dio del mare e maestro birraio della mitologia norrena. Il panorama birraio norvegese offre una vasta gamma di stili, tra cui amber e brown ale, sour/wild ale, barley wine, stout, porter e IPA. I mastri birrai norvegesi ripropongono anche antiche bevande che utilizzano botaniche come i ramoscelli di ontano, l’angelica e le bacche di ginepro. Grazie alla combinazione di tradizioni birrarie secolari e alla moderna varietà e qualità dei prodotti, la Norvegia è diventata una delle realtà più affascinanti nell’ambito della produzione di birra artigianale a livello mondiale. Marchi di Birra Norvegese più famosi al mondo Tra le marche maggiormente distribuite nel mondo, ce ne sono due in particolare molto apprezzate a livello mondiale e sono la 7 Fjell e la Lervig. Se sei un’appassionato della tradizione brassicola del Nord Europa, scopri anche la guida sulle Birre Danesi. 7 Fjell 7 Fjell rappresenta un birrificio artigianale che fonde l’appassionata dedizione per la birra di alta qualità con l’ampia esperienza accumulata nel settore per molti decenni. Il loro mastro birraio è un punto di riferimento nell’ambito della birra artigianale in Scandinavia, avendo raggiunto il titolo di campione norvegese di homebrewing in più occasioni. L’obiettivo principale di 7 Fjell è la produzione di birra classica, ma attraverso un approccio innovativo, con l’ambizione di essere riconosciuti come tra i migliori produttori di birra a livello globale. Le tradizionali tecniche e gli ingredienti utilizzati in Inghilterra durante i secoli XVIII e XIX costituiscono una significativa fonte di ispirazione per il birrificio. Questo li spinge a esplorare la birra, attingendo dalla tradizione e dalle tecniche del passato, mentre cercano allo stesso tempo di aprire nuovi orizzonti. In tal modo, 7 Fjell sfida i confini delle ricette tradizionali, rifiutando l’approccio di produzione su larga scala, e promuovendo il gusto e la passione per la birra di alta qualità. Lervig Lervig Aktiebryggeri è un birrificio artigianale situato a Hillevåg, Stavanger, in Norvegia. La loro produzione si distingue per una vasta gamma di birre, spaziando dalle opzioni più rinfrescanti ispirate ai vini d’orzo e all’invecchiamento in botti di bourbon, fino alle birre più corpose e una selezione diversificata di IPA e birre acide. La missione principale di questo birrificio è quella di condividere le proprie creazioni in tutto il mondo, aspirando a diventare un punto di riferimento globale per la birra artigianale di eccellenza. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, Lervig Aktiebryggeri si impegna a essere un pioniere nello sviluppo di ricette e processi di produzione, compresi gli aspetti legati all’incarto e all’imballaggio. Ogni giorno, il loro team lavora instancabilmente per assicurare che gli appassionati di birra di qualità in tutto il mondo possano sperimentare emozioni uniche e indimenticabili attraverso le creazioni di Lervig. E tu ami la birra Norvegese?

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