5 sorprendenti sport che puoi fare in gravidanza

Sapevi che anche in gravidanza puoi praticare degli sport ad alta intensità come corsa e golf? Scopri quali sono e perché, senza dimenticare di consultare il proprio medico di fiducia. Quando pensi ad allenamenti sicuri per la gravidanza cosa ti viene in mente? Probabilmente una combinazione di yoga prenatale, nuoto e un po’ di cardio sull’ellittica. Quello che forse non viene in mente sono gli sport ad alta intensità come la boxe, la corsa, il sollevamento pesi, lo spinning e altro ancora. Per approfondire l’argomento Scopri tutto ciò che riguarda la maternità e il mondo della mamma su https://www.pourfemme.it/s/mamma/. L’esercizio prenatale mantiene i muscoli forti ed elastici per il travaglio, mantiene sano il sistema cardiovascolare di una donna, brucia calorie e aiuta a prevenire i dolori associati al parto. Si possono fare molti degli stessi sport e attività che facevi prima di rimanere incinta, a condizione di apportare le modifiche giuste al momento giusto. Ma può essere difficile sapere da dove iniziare. Nella maggior parte dei casi, il punto migliore per iniziare è da dove “avevi interrotto” prima di rimanere incinta. Comprendere (e rispettare!) il tuo livello di forma fisica pre-gravidanza ti aiuterà a sapere quanto puoi sforzarti all’inizio e come apportare modifiche al secondo e al terzo quando il tuo corpo inizia a cambiare. Per questo motivo consigliamo comunque di chiedere preventivamente il parere di un medico specialista. Dai un’occhiata a Serena Williams. È stata in grado di competere ai massimi livelli del tennis durante il suo primo trimestre. Come mai? Perché il suo corpo era abituato a quel grado di intensità, che riacquisirai del tutto una volta avuto il bambino. La gioia di avere un figlio è davvero impagabile, non perdere la guida su come aumentare la produzione di latte materno. La maggior parte di noi non sarebbe in grado di farlo (incinta o meno) perché la maggior parte di noi non è una tennista professionista. Ma se hai una gravidanza a basso rischio, sarai in grado di mantenere il livello di intensità dell’esercizio pre-gravidanza nel primo trimestre, il che significa che puoi tenere il passo con gli sport ad alta energia che ami! Gli sport sono un ottimo modo per rimanere attivi, mantenere il cuore sano e divertirsi con gli amici. Quindi, scopri 5 sport sorprendenti che puoi ancora fare durante la gravidanza, insieme ad alcuni rapidi consigli per stare al sicuro in ogni fase pre-parto. Tieni presente che i suggerimenti di seguito presuppongono che tu abbia praticato lo sport in questione prima della gravidanza e che tu abbia piena familiarità con le tecniche appropriate ad esso associate. Iniziare un nuovo esercizio intenso non è raccomandato durante la gravidanza, e lo stesso vale per i seguenti sport.   Boxe Non stiamo parlando di boxe tipo Rocky Balboa qui, ma puoi continuare con lezioni di boxe progettate ad hoc per darti un allenamento cardio e tonificante muscolare! Non dovrai fare alcun combattimento ovviamente, ma lavorare sulle tecniche. Precauzioni prenatali: assicurati di non impegnarti in mosse di alto equilibrio mentre il pancione cresce e il baricentro cambia. Inoltre, è meglio evitare una vigorosa torsione dell’addome. Tennis Se Pippa Middleton può farlo, lo puoi fare anche tu! Se sei una praticante dei campi da tennis, non devi assolutamente fermarti una volta incinta, poiché è un ottimo modo per fare un po’ di cardio. Precauzioni prenatali: il tennis comporta molti movimenti rapidi avanti e indietro, che possono esercitare pressione sulle articolazioni. Durante la gravidanza, il tuo liquido sinoviale (il fluido che mantiene le articolazioni elastiche e lubrificate) è in realtà più sottile, quindi devi stare un po’ più attenta a qualsiasi sforzo su di esse. Assicurati di riscaldarti completamente e rallentare il ritmo se necessario. La corsa Correre in gravidanza è sicuramente possibile, ma dipende davvero dalla persona. Se eri un’appassionata runner prima di rimanere incinta, probabilmente sarai in grado di tenere il passo con il tuo ritmo e la tua distanza durante i primi mesi. Ma man mano che la pancia cresce, potresti trovare scomodo continuare a correre (per non parlare della pressione sulla vescica!) e potresti voler passare a camminare o usare l’ellittica. Dovrai ridurre la distanza e/o la velocità mentre ti muovi nei mesi successivi, per poi tornare gradualmente ai ritmi di sempre dopo, il parto, quando avrai bisogno di marsupi ergonomici per il tuo bimbo. Precauzioni prenatali: assicurati di riscaldarti completamente prima di iniziare la corsa e prenditi del tempo per allungarti e rinfrescarti dopo. Se senti dolore o vertigini mentre corri, fermati. Golf Sì, puoi allenarti mentre giochi a golf! Entrerà in gioco la tonificazione della parte superiore del corpo. È uno sport fantastico per costruire la resistenza mentale (buono per il travaglio e la maternità!). Precauzioni prenatali: come accennato in precedenza, ti consigliamo di evitare rigorose torsioni dell’addome nelle fasi successive della gravidanza, quindi potresti voler rallentare la velocità di oscillazione e concentrarti maggiormente sulla tecnica. Poiché la tua pelle è anche più sensibile in gravidanza, assicurati di utilizzare una protezione solare adeguata mentre sei all’aperto! Ciclismo Se sei un fan della bicicletta o della bici da strada, puoi continuare a farlo, assicurandoti di prendere in considerazione l’equilibrio e di indossare tutta l’attrezzatura adeguata. Cerca di pedalare in aree sicure e senza traffico, se possibile. Precauzioni: che tu sia in una lezione di spinning o fuori in bicicletta, assicurati di dare la priorità all’equilibrio. Inoltre, fai attenzione al surriscaldamento e assicurati di bere molta acqua prima, durante e dopo qualsiasi sessione di ciclismo. Prima di procedere, assicurati di avere un pavimento pelvico forte e nessuna separazione addominale. In ogni caso, prima della continuazione di alcuni sport durante la gravidanza, parla con il medico o con l’ostetrica delle tue attuali condizioni di salute per assicurarti che i tuoi allenamenti siano sicuri per te e il tuo piccolo.

Terriccio Bonsai, consigli utili

Se sei amante dei Bonsai e vuoi prendertene cura nel modo migliore, sei nel  posto giusto!  In questo articolo, nello specifico, troverai tantissimi consigli sul tipo di  terriccio da utilizzare per questo tipo di piante.  Se è la prima volta che ti approcci a queste piante forse non sai che la parola  “Bon-sai” è un termine giapponese che significa “piantato in un vaso”.  L’obiettivo della coltivazione di un Bonsai è ottenere una miniatura della forma di un albero.  A questo proposito qual è il miglior terriccio da utilizzare? Il terriccio gioca un ruolo fondamentale per la crescita della pianta, bisogna  quindi fare molta attenzione nella scelta.  In commercio ne esistono moltissimi già pronti e sicuramente validi (anche  online), ma in realtà è molto facile prepararlo a casa.  Per realizzare un terriccio ottimale, granuloso, che favorisca drenaggio di  acqua e penetrazione di aria, avremo bisogno di pochi ingredienti:  Compost organico da vaso  Akadama (argilla giapponese prodotta appositamente per bonsai) • Pomice (prodotto vulcanico ottimo per assorbire acqua e nutrienti) • Lapillo (frammenti solidi di lava che trattengono l’acqua e fanno sì che non si sviluppino radici) Ghiaia fine (crea un terreno drenante) “Come posso creare da solo una buona miscela generica per il mio terriccio?”  Ti spiegheremo passo dopo passo cosa occorre fare per creare un buon  substrato per bonsai.  Il primo ingrediente che andremo a trattare è l’Akadama. Questo ingrediente dovrà essere setacciato per eliminare tutte le  polveri in eccesso, ciò consentirà alla nostra miscela di drenare e  prendere aria in buone quantità.  Il secondo ingrediente è la Pomice, non occorre eseguire nessun  trattamento su di essa.  Il terzo è la roccia lavica o Lapillo che come abbiamo spiegato  precedentemente aiuta a trattenere l’acqua. L’aggiunta, infine, di Compost organico o Ghiaia favorisce l’assorbimento di acqua e quindi la giusta idratazione.  Occorre però, per essere più precisi, fare una divisione fra le tipologie di  pianta per capire quale miscela è adatta per ogni singolo caso. Le divideremo in tre categorie:  Latifoglie (a foglia larga)  Conifere (es. Pini, Ginepri)  Acidofile (es. Azalee, Camelie)  Possiamo prendere come riferimento la miscela consigliata pocanzi, con la  differenza che utilizzeremo l’Akadama per le latifoglie, Kiryu, una particolare terra giapponese, per le conifere e Kanuma, terra argillosa giapponese dal  pH basso, per le acidofile.  La miscela che ti abbiamo proposto è facile da realizzare e composta da  ingredienti facilmente reperibili.  Occorre capire nel corso di vita del tuo bonsai quali siano le sue particolari  esigenze e in base ad esse personalizzare la propria miscela di terriccio. Il consiglio fondamentale che sentiamo di darti è di tenere sempre il terreno  ben drenato.  Se sei poco esperto del mondo dei bonsai un’ottima specie da cui iniziare è  quella dei ficus ginseng.  Permettono di sperimentare in quanto riescono a sostenere quei piccoli errori  che si commettono se si è alle prime armi.  Anche in questo caso possiamo trovare svariati terricci e fertilizzanti online,  ma essendo una pianta abbastanza resistente non richiede mix di terricci  complessi.  Puoi utilizzare un mix fra terriccio universale e Akadama in uguali quantità.

Plantare su misura: cos’è e a cosa serve?

Prima di parlare di plantari su misura occorre sapere di cosa si parla e quindi  cos’è un plantare? A cosa serve? Perché dovrei acquistarlo? Può essermi  davvero utile nella routine quotidiana? Il plantare è un presidio medico-sanitario, il cui termine sta ad indicare la  zona su cui agisce, che serve a modificare i rapporti articolari del piede ed  ottenere così un riequilibrio dell’arto, ristabilendo un appoggio fisiologico sia  in fase statica che dinamica. Migliora la distribuzione del peso corporeo e la salute generale del corpo. Viene utilizzato per correggere o prevenire: Danni alla postura Patologie delle strutture dalla caviglia alle zone sovrastanti (Ginocchio, anca, gambe, schiena ecc…) Tra le patologie più comuni per cui ne è consigliato l’utilizzo troviamo: alluce  valgo, piede piatto, tendiniti-tendinosi al tendine d’Achille, spine calcaneari. La funzione del plantare è quindi quella di alleggerire le sintomatologie e  talvolta prevenirle, ma non cura del tutto la problematica, ne esistono diverse  tipologie: in silicone, correttivi, in lattice o termoformabili. Inoltre l’utilizzo del plantare è strettamente collegato alla calzatura, in quanto  è impossibile usufruirne senza di essa, ovviamente anche la scelta della  giusta calzatura può aiutare nella gestione delle nostre problematiche e  contribuire al benessere totale del piede, per questo è sempre consigliato  affidarsi ad un professionista che sia in grado di consigliarci sia la scelta del  plantare su misura per noi e sia la tipologia di calzatura da utilizzare. Il costo del plantare varia a seconda della tipologia di cui necessitiamo. In generale qualsiasi plantare realizzato con qualità ottimale e massima resa  viene realizzato su misura, vengono infatti presi in considerazione vari fattori come: il peso corporeo, stile di vita (sedentario, dinamico), tipo di  calzatura su cui verrà applicato il plantare, tipologia di lavoro, ecc.. Il prezzo può partire da un minimo di 90,00 euro fino a un massimo di 250,00 circa. Importante è distinguere le diverse tipologie di plantari in commercio. Il plantare presidio medico-sanitario e il plantare sportivo ad esempio agiscono in modo differente. Nel primo caso vengono applicati dei materiali morbidi nelle zone dolorose  in cui viene scaricato il peso. Nel secondo caso lo scopo è quello di “ammortizzare” urti nei punti di  impatto con il suolo, migliora le prestazioni e riduce il consumo di energia. Al giorno d’oggi possiamo trovare questo prodotto in molte strutture, ma è  bene sapere che il plantare medico realizzato su misura da ortopedici specialisti è totalmente diverso da una soletta acquistata in un comune negozio di scarpe o in negozi di  articoli sportivi. Queste tipologie di prodotti hanno spesso la funzione di donarci immediato sollievo nel corso della giornata, ma non aiuteranno ad alleggerire o  migliorare le condizioni delle nostre patologie. Spesso l’utilizzo di questi prodotti causa, anzi, l’effetto opposto, peggiorando  così la problematica. In conclusione, l’utilizzo di plantari su misura sia che servano in presenza di  patologie, sia in ambito sportivo ci aiuteranno a raggiungere effetti positivi su  tutto il sistema scheletrico e articolare, ottimizzando anche le prestazioni  sportive, raggiungimento di un maggior equilibrio corporeo, sollievo dal  dolore, correzione di alcuni difetti dovuti a patologie del piede o posturali.

Riparare le gomme di un monopattino elettrico: Come fare e a chi rivolgersi?

Hai bisogno di cambiare le gomme e le camere d’aria del tuo scooter elettrico? Ecco una guida completa sul modo più sicuro ed efficiente per farlo. Uno scooter elettrico offre divertimento, praticità e trasporto tutto in una volta. Se hai bisogno di una riparazione di pneumatici per monopattini elettrici o di aiuto per qualsiasi parte del tuo monopattino, ci sono diverse aziende con tecnici esperti che possono aiutarti. SEMPRE PRONTI PER OGNI EVENIENZA! https://amzn.to/3LzK7yn Prima di qualsiasi riparazione, non dimenticate di spegnere il monopattino e di togliere la chiave dal blocchetto di accensione, inoltre scollegate la batteria se l’avete già messa. Per cambiare un pneumatico, è importante indossare guanti rigidi per non farsi male ai polpastrelli. Sto parlando di qualsiasi manutenzione che non sia legata allo smontaggio del motore o della batteria. Si raccomanda anche di portare con sé una camera d’aria di ricambio e le valvole del pneumatico per poterlo sostituire in caso di foratura per motivi di sicurezza. Per Cambiare un pneumatico anteriore su monopattini Xiaomi, usare una chiave a brugola da 2,5 mm per rimuovere 4 bulloni, allentare l’ultimo in senso antiorario (il lubrificante può aiutare) e rimuovere la ruota dall’alloggiamento. Rimuovere il pneumatico utilizzando guanti di gomma in modo che lo sporco non si attacchi alle mani e metterlo da parte. Sostituire con una nuova camera d’aria, evitando di farla scorrere sul bordo del cerchio. Con il procedimento inverso relativo allo smontaggio della ruota forata è possibile fissare di nuovo i bulloni per completare la riparazione della gomma. Non eccedere con lo stringere troppo, e alla fine del montaggio effettuare il gonfiaggio dello pneumatico. Se per qualsiasi motivo preferisci non affidarti alle riparazioni fai da te ma ad un professionista, devi sapere che se fino a poco tempo fa era difficile trovare un’officina specializzata, ora ne esistono diverse, anche nel centro di Roma. Ammettiamolo. Tutti abbiamo dovuto sopportare gomme sgonfie in un momento o nell’altro. Quella che dovrebbe essere una procedura semplice e tipica, purtroppo può essere una vera spina nel fianco se qualcosa va storto. Il nostro consiglio è di non perdere tempo e di affidarti ad officine specializzate con molta esperienza in materia di pneumatici per monopattini elettrici. Se pensi che il tuo pneumatico abbia bisogno di essere riparato, allora è meglio contattare un professionista che verrà a riparare il tuo monopattino elettrico. Tra i centri Assistenza per Monopattini Elettrici, Electra Roma in zona Balduina e HappyTec Roma sono i migliori fornitori di servizi di assistenza a Roma.  POTREBBE ESSEERE UTILE UN RINNOVO DELLE SOSPENSIONI… DEhttps://amzn.to/3oHOCxI

Quando Sostituire la Batteria di Un Monopattino Elettrico? Consigli di mantenimento e ricarica

Il monopattino elettrico è uno dei mezzi di trasporto più utilizzati nelle grandi città, soprattutto quelle dove è difficile trovare parcheggio, come Roma. Tuttavia, prima di spostarti è sempre meglio caricare la batteria di un monopattino elettrico, perché lungo la strada potresti dover fare una sosta presso una colonnina di ricarica. La domanda è: come si carica la batteria di uno scooter elettrico? Bene, diamo di seguito alcuni suggerimenti che sicuramente torneranno utili. In generale, però, è utile seguire alcune accortezze per evitare che la batteria si scarichi rapidamente e alla lunga si bruci prima del tempo. Ad esempio, la guida su strade sconnesse o con ostacoli richiede uno sforzo notevole da parte dello scooter, che ovviamente consumerà più energia della batteria rispetto a quella che si avrebbe su una strada piana o dritta. Stabilire quanto dura la batteria di uno scooter non è semplice, perché ogni modello ha le sue caratteristiche e particolarità. Per questo motivo è fondamentale leggere sempre con attenzione ciò che è scritto sul libretto di istruzioni, per poter utilizzare al meglio il mezzo senza rischiare di comprometterlo. La batteria è il componente principale di uno scooter, poiché lo fa funzionare e può determinare la sua durata o i possibili problemi legati al suo utilizzo. Si consiglia di avere almeno due batterie a disposizione. Non è difficile capire quando ricaricare lo scooter elettrico, sarà il veicolo stesso a dircelo attraverso il display. Tuttavia, è consigliabile non aspettare che la batteria sia completamente scarica, ma iniziare la ricarica quando l’indicatore mostra il 20%. Ci sono alcune semplici regole da seguire per caricare correttamente lo scooter elettrico e non compromettere la sua longevità. Prima di tutto, è sempre consigliabile ricaricare a freddo. Questo significa che non bisogna mai collegare lo scooter alla presa elettrica subito dopo averlo usato, ma bisogna aspettare almeno 4 ore che si raffreddi. In caso di monopattino elettrico nuovo ad esempio, quando disimballate il vostro scooter elettrico, noterete che richiede una ricarica prima del primo utilizzo. Non è difficile capire quando ricaricare lo scooter elettrico grazie agli indicatori della batteria incorporati. Un’altra cosa da evitare è lasciare la batteria scarica per troppo tempo. Anche se sai che non userai lo scooter elettrico Xiaomi per qualche giorno, è sempre meglio lasciare una carica residua del 50%-60% che esaurirsi completamente. La maggior parte dei produttori raccomandano un 30-50% di carica residua – che, se non viaggiate tutti i giorni e lo caricate al 100%, non lascia molto margine di variazione. Ancora una volta, però, ricaricate ogni volta che ne avete la possibilità – anche se è solo il 5%. A causa di questa alta frequenza, riteniamo che l’esaurimento della batteria di un e-scooter prima della ricarica debba essere evitato a tutti i costi.

Come Modificare un Monopattino Elettrico?

Se possiedi uno scooter elettrico, ci penserai sicuramente due volte se può essere adattato a posteriori, soprattutto aumentandone la velocità per completare i tuoi viaggi in città nel minor tempo possibile! Bene, dovresti sapere che anche in modo molto semplice è possibile apportare modifiche tecniche al tuo scooter elettrico! Con la pandemia dello scorso anno, lo scooter è diventato il mezzo di trasporto principale per migliaia di italiani che hanno rinunciato ai mezzi pubblici o alle loro auto per recarsi in ufficio o fare le commissioni quotidiane. Quindi tutto questo interessa a molte persone, soprattutto quando si tratta di manutenzione e come migliorare la velocità, la potenza e le prestazioni complessive di uno scooter elettrico. Quanto è Facile modificare un Monopattino elettrico? Innanzitutto, va notato che la tecnologia varia da scooter a scooter, ma alcuni suggerimenti per il retrofit di scooter elettrici sono generici e quindi applicabili alle diverse tipologie di prodotti oggi sul mercato. Che deve prima essere menzionato: La sostituzione del motore con uno più potente può migliorare le prestazioni dello scooter senza comprometterne la piena funzionalità. È importante acquistare un motore con la stessa tensione (o leggermente superiore a quella fornita) in termini di potenza, in modo che il prodotto funzioni in modo ottimale, aumentando potenza e velocità; Anche l’aggiunta di una nuova batteria può migliorare le prestazioni dello scooter. Anche in questo caso, devi aver cura di acquistare una batteria compatibile con il modello che ti interessa e installarla secondo le istruzioni o i tutorial presenti sul web; D’altra parte, se sei preoccupato di come modificare uno scooter Ninebot o Xiaomi m365, che sono due dei modelli più popolari e venduti al momento, devi sapere che in questo caso, la modifica del tuo scooter sarà molto più facile e pratico! Questo perché questi modelli possono essere migliorati con modifiche del firmware quando sono collegati all’app corrispondente sul telefono. Quest’ultimo è proprio il sistema che si interfaccia con lo scooter attraverso un telefono cellulare e, se opportunamente modificato, può consentire allo scooter di superare il limite di velocità previsto dal sistema, fino a 25-30km/h. Modificare uno scooter elettrico non è cosa semplice, ed è necessario condurre una ricerca approfondita sui componenti del prodotto per comprendere appieno le possibili conseguenze e impatti della modifica. Scooter modificati, cosa dice la legge? In Italia i monopattini elettrici sono ammessi ad una velocità massima di 30 km/h e possono prevedere la circolazione solo su piste ciclabili, aree pedonali e strade urbane, sempre nei limiti previsti dalla legge. Infatti chi supera il limite sopra indicato può essere multato fino a qualche centinaio di euro, rendendo meno piacevole il viaggio in scooter. Scopri come retrofittare uno scooter elettrico, quali trucchi e meccaniche per ottenere il massimo dal tuo fidato compagno di città, ma guida sempre in modo responsabile!

Software House o Software Factory: quali vantaggi per le aziende

Software House o Software Factory, cosa sono? Ne hai già sentito parlare? Da semplice traduzione inglese italiano, la definizione è “casa di sviluppo” o “fabbrica di software”, in sostanza una società che si occupa della produzione di vari tipi di software e applicazioni informatiche. Un sinonimo, infatti, è anche Software Company.   Quali sono i vantaggi per le aziende? Collaborando con loro, il tuo team riesce a concentrarsi più facilmente e velocemente sul lavoro, usufruendo di soluzioni personalizzate anche tramite app digitali. Il lavoro diventa più snello e intuitivo. Che si tratti di migrare i database legacy su cloud pubblici o privati o di sviluppare nuove applicazioni e strumenti di analisi, una “ fornire soluzioni rapide e affidabili.   Quali le software house più famose alle quali rivolgersi? Scoprilo ora! Software House italiane Tra poco ti indicheremo le principali Software House italiane, ossia quelle che hanno ricevuto più click sulle web e richieste di collaborazioni.   Considera che il team di queste società può lavorare in partnership con te per aiutarti a modernizzare la tua realtà aziendale. Non sempre si possiede personale esperto nella propria realtà di business in grado di occuparsi dello sviluppo di software per supportare il lavoro. Ecco che un team esterno agirà fianco a fianco con il tuo staff per catturare le esigenze del mondo reale e concretizzarle in nuove funzionalità sviluppate grazie a un software migliorato e più moderno.   Questo permette un time-to-market più veloce rispetto agli approcci tradizionali, e dà ai clienti la libertà di usare questi sistemi in modo semplice ed intuitivo. Software House più famose Esistono Software House famose a livello mondiale come Oracle, Symantec e IBM e tante altre di prestigio e consolidate nel Bel Paese.   Tra più famose in Italia ti segnaliamo le seguenti:   Zucchetti: è tra i primi 100 produttori di software in tutta Europa; TeamSystem: leader in Italia per quanto riguarda la produzione di software gestionali rivolti a piccole-medie imprese, artigiani e professionisti; Edisoftware: con oltre 18.000 clienti che usufruiscono quotidianamente dei suoi programmi gestionali, la società si distingue per il valido supporto dato a piccole-medie imprese di vari settori; Neotech.srl: una delle migliori società che offre soluzioni software rivolte a Pubblica Amministrazione, Banche e Assicurazioni, settore sanitario, agricoltura, Università e che si occupa anche di supporto integrazione e miglioramento dei sistemi. Come scegliere? Ora che abbiamo condiviso alcuni nomi tra le società più solide e con esperienza decennale nel settore, valuta i servizi offerti sui siti internet ufficiali, verifica la trasparenza, la qualità della loro comunicazione col cliente e confronta i prezzi.

Come Aprire uno Street Food

Con il termine “street food” si intende la vendita e la preparazione di vari prodotti alimentari per il consumo per strada. La preparazione e la vendita dei cibi avvengono su uno spazio mobile: il classico food truck. Il cibo da strada è un’ottima attrazione non solo per i giovani ma anche per gli adulti. Questa è la soluzione ideale quando si desidera qualcosa di sfizioso e non troppo costoso da mangiare all’aria aperta! C’è un’ampia varietà di street food: dal cinese all’indiano ai classici panini, ce n’è per tutti i gusti Andiamo subito a vedere come aprire un negozio di street food mobile! Cosa fare per aprire uno street food In primo luogo, dobbiamo capire e ricercare il prodotto che vogliamo offrire, il target commerciabile e dove ci posizioniamo. Il cibo di strada ha diversi vantaggi, come ad esempio Offri ai clienti prezzi bassi velocità del servizio Il comfort di una cena all’aperto Mobilità che ti consente di spostarti ovunque Per tutti questi motivi, lo street food è una parte molto interessante dell’industria alimentare e l’apertura di un’attività del genere può essere molto vantaggiosa.   Questa è un’attività che deve essere presa sul serio e, sebbene sia leggera e divertente, c’è ancora un processo da seguire.   I requisiti sono:   Possedere un Diploma Alberghiero Iscrizione al REC (Registrazione degli Operatori Commerciali, nella categoria “Amministrazione del Pubblico”); Ha frequentato un corso regionale di commercio alimentare e ha superato l’esame; Almeno 2 anni di esperienza nel settore della ristorazione negli ultimi 5 anni Nel caso di una società, l’azionista responsabile deve soddisfare tutte le condizioni di cui sopra; Con tutti questi requisiti, puoi richiedere una licenza. La normativa prevede due tipi di licenze: Categoria A: Un parcheggio fisso in un’area predeterminata, concesso dalla tua regione, per un evento su piazza fissa, valido all’interno della regione di appartenenza, e che ti consente di partecipare a mostre in tutta Italia. Tipo B: viene utilizzato per i camion di cibo mobili e le attività vengono svolte a tempo indeterminato. Viene emesso tramite raccomandata dal Comune in cui risiede, consentendo la vendita e la partecipazione a fiere in tutta Italia. Ma con la licenza, quindi non serve la partita IVA? Assolutamente si. Devi comunque  aprire la partita IVA Iscriversi all’INPS e all’INAIL Iscriversi al Registro delle Imprese Poi arriva il tanto atteso momento di scegliere il tuo furgone! Esistono molti modelli di diverse dimensioni e caratteristiche, a seconda dell’attività da svolgere. Dopo aver selezionato un veicolo, è necessario ottenere un’autorizzazione sanitaria Quanto costa aprire un attività  street  food truck? Se ti stai chiedendo quanto costa aprire un negozio di street food, te lo dico subito, non c’è una risposta secca a questa domanda, ed è perché c’è molta variazione, dal tipo di furgone scelto al costo di allestimento della stessa, oneri burocratici, di gestione, ecc. Quindi quanto costa aprire un food truck? Se vogliamo considerare tutto, in media, l’investimento sarà compreso tra 20.000 e 100.000 euro. Esistono però due soluzioni alternative che ci permettono di ottenere un vantaggio ancora maggiore: finanziamento Avviare un franchising di Street Food Uno dei modi più semplici per ottenere un finanziamento è chiedere una somma utile a una banca o a una società finanziaria. Per poter erogare un prestito, un istituto di credito ha necessariamente bisogno di un modello esemplificativo di piano aziendale di street food, un documento che elenchi tutti i costi e benefici futuri. In alternativa, è possibile richiedere un prestito pro bono finanziato dall’Europa per avviare una nuova attività, a condizione che siano soddisfatti tutti i requisiti di accesso Aprire un’attività in franchising di street food permette di avere: tassa di iscrizione molto più bassa Un marchio già noto e pubblicizzato Supporto e aiuto costante da parte dell’azienda Fai un corso di formazione Se non hai precedenti esperienze imprenditoriali, questa potrebbe essere la scelta giusta. Food Truck: quanti soldi guadagni? Quanto guadagni dallo street food? È difficile dare una risposta esatta. È impossibile sapere esattamente quale sarà il guadagno. È possibile effettuare stime a lungo termine tramite un business plan tenendo conto dei prezzi dei fornitori, dei costi fissi e dei ricarichi sui prodotti venduti. Per lo street food il reddito va da 400/600€ al giorno a 2000€ a 4000€ al giorno, ad esempio se si partecipa a fiere o eventi. Ecco l’Elenco dei maggiori franchising di streetfood Tra i più famosi franchising di  successo troviamo : Mascolo Beka La piada di una volta Happy Yò  

Come Insegnare al Cane a Non Scappare

Ogni proprietario di un cane vorrebbe che il proprio amico a quattro zampe sia sempre accanto a esso, in modo da controllarlo e fargli tutte le coccole del caso. Purtroppo, però, ciò non è possibile. Il cane ha bisogno dei propri spazi, di uscire e correre da solo in degli immensi prati verdi. Vedere l’animale allontanarsi può scatenare ansia e tensione, lo capiamo perfettamente. La paura che esso possa sparire è alta, ma il timore si manifesta principalmente se non abbiamo insegnato precedentemente il cane a non scappare. Sia che siamo in un luogo pubblico sia che il cucciolo si trovi a casa è di fondamentale importanza assicurarsi che esso abbia imparato a non scappare. Vediamo alcuni preziosi consigli da seguire. Impartisci il “Vieni” e assicurati che il cane esegua l’ordine L’unico modo per essere certi che il cane non fugga in qualunque ambiente si trovi consiste nell’assicurarsi che all’impartizione di un ordine, l’animale risponda eseguendo adeguatamente il comando. Naturalmente, questa sicurezza va coltivata giornalmente e non compare all’improvviso, ma è il frutto di un duro lavoro sul cane e sul rapporto che si ha con esso. Certo, con i cuccioli il compito è più semplice, ma anche con i cani adulti si può ottenere quanto desiderato. Se così non fosse, è necessario rivolgersi ad un addestratore per cani come Argento Vivo Academy e farsi aiutare nell’educazione dell’animale a quattro zampe. Il punto di partenza nell’insegnare al cane a non scappare è rappresentato dall’apprendimento da parte del cucciolo del comando “Vieni”. Nel momento in cui il proprietario esclama questo ordine, che dovrà essere inizialmente espresso in maniera decisa, il cane dovrà sapere che ci si aspetta che esso si avvicini al padrone. L’obiettivo è quello di far percepire al cane che la persona che impartisce l’ordine sia l’unico soggetto che l’amico a quattro zampe deve ascoltare. In aggiunta, è necessario trasmettere al cane la percezione di pericolo legata a fattori esterni nel caso in cui l’animale non obbedisca. Senza aver insegnato tale comando al cane, sarebbe errato aspettare che esso ritorni da solo: ricordiamoci sempre che i cani provengono dalla natura e non sono abituati a sentire le persone chiamarli per controllarli e farli tornare vicino a loro. Come abbiamo scritto, il tono della voce utilizzato per far avvicinare il cane deve essere perentorio. Al tempo stesso, è bene mostrarsi contenti quando il cucciolo fa ritorno e ricompensarlo con bocconcini o premi vari. In questo modo il cane assocerà felicità e gratifica al comportamento adottato. Premiare il cucciolo in corrispondenza dell’azione giusta prende il nome di rinforzo positivo ed è fondamentale nell’addestramento del cane. Ciò non significa che ogni volta che l’animale torna in seguito a un ordine va premiato, ma nei suoi primi mesi di vita esso è funzionale a far comprendere al cane quali sono i comportamenti corretti. Quando il cucciolo si trova fuori casa potrebbe entrare in contatto con distrazioni rappresentate da oggetti, animali e altri elementi. In questi casi biscottini e coccole sono altrettanto importanti poiché tengono il cane impegnato e non gli fanno correre il rischio di allontanarsi a causa delle distrazioni. È molto probabile che le prime volte in cui si cerca di insegnare al cane a non fuggire ci sia bisogno del guinzaglio per impedire che il cucciolo si allontani troppo, magari allungandolo al massimo. Addirittura, si potrebbe iniziare a esercitare il cane a non scappare mentre si è a casa e in un luogo chiuso. Utilizzare il “Fermo, seduto” Un ulteriore comando per evitare che il cane fugga via è il “Fermo, seduto”. Grazie a esso, infatti, ordiniamo al cane di sedersi e non proseguire oltre. Dobbiamo abbinare anche l’uso delle mani per dare maggiore enfasi al comando, come ad esempio la mano aperta che si protrae in avanti. I cani sono molto attenti alla gestualità e utilizzarla in maniera corretta può aiutare l’addestramento del cucciolo. Addirittura, con il passare del tempo, il cane si fermerà senza esclamare l’ordine ma solo facendogli vedere la mano che gli segnala di non muoversi. In seguito, per far avvicinare il cane usiamo sempre il comando “Vieni”. Inizialmente, il cane potrebbe continuare nella camminata ma dopo una lunga pratica comprenderà come debba fermarsi e ritornare dove si trova il padrone. Perchè i cani scappano Troppo spesso si pensa che i cani scappino dall’abitazione perché non si trovano bene in quel determinato ambiente. Non è così. I nostri fedeli amici a quattro zampe fuggono perchè non riescono a comprendere a pieno il pericolo che esiste senza la sorveglianza di un padrone. D’altronde, come segnalavamo in precedenza, i cani sono animali che amano esplorare nuovi luoghi, entrare in contatto con i loro simili e nella propria casa non possono fare questo. I cani, al contrario di gatti e altri animali, hanno bisogno di avere il proprio padrone vicino eppure certe volte la voglia di esplorare prevale. In aggiunta, alcuni cani, come quelli da caccia, sono ancora più propensi a girovagare nell’ambiente e ad affrontare il pericolo. Dunque, anche tale lato va preso in considerazione nell’addestramento. Addestrare un Weimaraner sarà diverso rispetto all’educazione di un bassotto. In definitiva, se dovesse succedere che il proprio cane scappi, tale comportamento non va inteso come un abbandono dell’animale causato da una sua sofferenza. Piuttosto, va interpretato come un mancato insegnamento all’animale di vari ordini che avrebbero potuto evitare l’allontanamento. Un collare GPS per cani potrebbe aiutare a ritrovare il cane nel caso in cui esso sia fuggito altrimenti si possono contattare i canili e diffondere la voce, attaccando volantini ad esempio, per chiedere aiuto nel ritrovamento dell’animale.

Il bulletproof coffee

Il  bulletproof coffee è una bevanda popolare, soprattutto per coloro che seguono una dieta chetogenica. Può essere preparato miscelando il caffè con olio di cocco, burro chiarificato o olio MCT a tua scelta. Tutti e tre gli acidi grassi sono acidi grassi saturi, ma ne contengono di tipi diversi a seconda della lunghezza delle catene di carbonio che li compongono. Più le catenelle sono corte, più facilmente saranno assorbite dal nostro organismo e pronte all’uso immediatamente. Infatti, gli acidi grassi a catena media sono solubili in acqua e il nostro apparato digerente non ha bisogno di enzimi per elaborarli. Entrano immediatamente nel flusso sanguigno, vengono assorbiti dall’intestino, quindi vanno direttamente al fegato, dove vengono convertiti in chetoni, pronti per l’energia per chi già segue un regime chetogenico. Burro: Contiene circa il 25% di acidi grassi a catena media olio di cocco: Contiene circa il 65% di acidi grassi a catena media olio MCT: Contiene circa il 100% di acidi grassi a catena media La “formulazione” più commercializzata prevede l’utilizzo di MCT, un prodotto derivato dall’olio di cocco che contiene solo grassi a catena media. Abbiamo chiesto a Caterina Borraccino Nutrizionista esperta in Dieta Paleo, la ricetta per preparare uno squisito bulletproof coffee. Provare per Credere! INGREDIENTI: 1 caffè lungo “americano” 1 cucchiaino di olio di cocco spremuto a freddo biologico 1 cucchiaino di ghee (questa è la ricetta per farlo in casa) Come fare: Prepara un caffè caldo, scegli tu se un espresso più lungo, quello della moka o il classico caffè americano riempire metà tazza aggiungere olio di cocco e ghee con uno schiumalatte frullare bene tutto fino a riempire la tazza con abbondante schiuma se non si ha lo schiumalatte usare una frusta elettrica o in un frullatore. Buon bulletproof coffee a tutti!      

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