GDM: uno sport o uno stile di vita

GDM la nuova disciplina sportiva che sta spopolando in tutta Italia.  La GDM, Ginnastica Dinamica Militare, è stata ufficialmente riconosciuta uno sport dal CONI appena 4 anni fa e già in tutta Italia si contano più di 200 strutture dove poterla praticare. Questo sport nato da poco tempo sta letteralmente conquistando tutti dai più giovani ai più anziani. Una disciplina sportiva anticonvenzionale e che è diversa da qualsiasi cosa abbiamo visto fino ad ora. Ma come considerarla? Uno sport oppure uno stile di vita? In questo articolo scopriremo meglio di cosa si tratta. Ginnastica Dinamica Militare, di che si tratta? https://www.facebook.com/Ginnasticadinamicamilitareita/videos/733582983765129/ La Ginnastica Dinamica Militare è una disciplina sportiva nata per allenare il proprio corpo senza utilizzare meccanismi, marchingegni o strumentazione di alcun tipo per aumentare peso e muscolatura. Il tutto avviene naturalmente e con l’esercizio fisico costante e questo non è opinabile anzi è il primo principio base di questo sport.  La GDM nasce nel 1978 come uno sport e una linea di allenamento unicamente da proporre ad atleti che avessero bisogno di potenziare le proprie prestazioni personali. Questo tipo di allenamento nasce traendo ispirazione dagli allenamenti creati per allenare i militari. Per molti anni è stata perciò nascosta al mondo e relegata a queste due categorie di persone. Solo 4 anni fa finalmente si è deciso di aprire questa disciplina a tutti, questo perché si è scelto di adattare questo sport e renderlo fruibile a tutte le persone interessate. I benefici che si possono trarre dalla GDM sono moltissimi, vediamo alcuni: Ci permette di rientrare in contatto con il nostro corpo e di superare i nostri limiti. Si fatica e molto durante questa attività sportiva ma non si usano aiuti esterni. Ogni obiettivo si raggiunge unicamente con le proprie forze e questo aumenta sicuramente l’autostima e il benessere psichico di una persona. Si fa gruppo. Questo sport nacque anche per legare i militari tra loro, ogni membro di uno squadrone doveva necessariamente legare con tutti. Il risultato finale di una gara di GDM si raggiunge solamente se tutti i membri del gruppo portano a compimento gli esercizi. Non esiste il singolo o l’individuo esiste un gruppo di persone. Se si vince si vince tutti, se si perde si perde tutti insieme. Questo perché se una persona è più lenta rispetto ad un’altra in automatico facendo parte dello stesso team tutto il team andrà a subire la penalità. Ciò stimola ogni persona a dare il meglio di te. Non c’è confort neanche da parte degli istruttori che non spronano ma danno “ordini” per favorire l’abbandono della sedentarietà e riprendere uno stile di vita attivo. Si lavora utilizzando una tipologia di abbigliamento ben precisa e soprattutto a piedi nudi. Questo favorisce l’equilibrio, la postura e la circolazione sanguinea.  A beneficiarne perciò non sarà soltanto il nostro corpo ma anche la nostra mente che si rafforzerà e si aprirà maggiormente al mondo esterno. L’attività stimolata dalla Ginnastica Dinamica Militare è l’attivazione delle catene cinetiche del corpo, trasmettendo l’allenamento a tutto il corpo, che migliora quindi a livello funzionale, con benefici alla postura e alle prestazioni. Storia degli allenamenti militari sportivi Da sempre i militari eseguono particolari sport e prove fisiche. Questo li prepara ad ogni evenienza e li rafforza mentalmente. Da sempre gli sport militari sono di forte ispirazione per le discipline che vengono poi proposte. Alcuni di questi sono il GDM, il Croosfit, Military Training e il Bootcamp. Sport particolari e non molto conosciuti ma che formano una persona nel fisico e nel carattere. GDM Italia, dove si trova? Se vogliamo trovare un corso di GDM non dobbiamo far altro che rivolgerci al sito principale di questo sport e trovare il centro più vicino a noi. Sicuramente siamo più fortunati se abitiamo al Nord d’Italia dove questo sport è nato. La base operativa della GDM Italiana è a Brescia, a via Cavour 54, in pieno centro, ma l’attività nazionale consta di centinaia di punti di allenamento, soprattutto nelle palestre degli istituti scolastici, da Varese fino ad Ascoli Piceno, con attività concentrata principalmente nel Nord Italia, ma si sta espandendo a tutta la penisola. GDM Shop, acquistare uno status Come abbiamo anticipato qualche riga sopra abbiamo la possibilità di acquistare uno status ossia l’abbigliamento ufficiale di questa disciplina. In questo modo potremo praticarla più comodamente e senza interferenze. GDM ha realizzato una linea di abbigliamento per uomini e donne che vogliono praticare questo sport e hanno scelto di prendere l’impegno con la massima serietà. GDM Italiana abbigliamento I capi d’abbigliamento firmati da Ginnastica Dinamica Militare Italiana sono disponibili attraverso l’Amazon Shop della società bresciana, disponibile a questo link. Scopri tutti i capi ispirati ad atleti del passato, vesti la filosofia di allenamento, respira GDMI.  

Macchine da caffè automatiche: acquisto o comodato d’uso?

Negli ultimi anni abbiamo abbandonato la classica Moka per passare alle macchine da caffè automatiche.   Il vantaggio è stato quello di portare dentro casa il “caffè da bar”. Queste macchinette hanno assunto nel tempo una forma sempre più compatta in modo tale da occupare poco spazio.   Lo hanno capito i venditori, i produttori di caffè e lo hanno capito anche i fornitori di distributori automatici che offrono soluzioni a noleggio o in comodato d’uso.   La domanda che molti fanno è questa: se conviene più acquistare una macchina da caffè o prenderla in comodato d’uso presso un fornitore? Per chi è più adatta l’una o l’altra soluzione?   Abbiamo chiesto un parere imparziale a primaservice.it che opera in questo settore da diversi anni, un parere su questo argomento. Ecco alcune informazioni per poter fare una scelta ragionata   Cosa valutare quando si desidera una macchinetta automatica di caffè Prima di fare una scelta occorre fare alcune valutazioni che vi riportiamo qui di seguito Acquisto L’acquisto di una macchina ha il vantaggio di non renderti soggetto a vincoli. La macchina è tua e non sei soggetto ad una quantità di cialde o capsule da acquistare.   Però ci sono anche svantaggi, ad esempio se la macchinetta ti da problemi dovrai combattere con la garanzia, dovrai andare dal negoziante che te l’ha venduta etc. La manutenzione e pulizia dovrai farla direttamente tu.   Comodato d’uso gratuito Prendere una macchina da caffè in comodato d’uso presenta dei notevoli vantaggi, sopratutto per le famiglie numerose e per gli uffici.   Innanzi tutto è gratuito e non devi acquistare la macchina. Eventuali malfunzionamenti o problemi vengono risolti dall’azienda fornitrice e senza nessun costo per te. Pulizia e manutenzione sempre a carico dell’azienda.   L’unico vincolo che hai è che sei soggetto all’acquisto di una quantità stabilita di cialde o capsule, ma d’altra parte è normale che sia così.   Conclusioni Per concludere il comodato d’uso è conveniente in caso di famiglie numerose e di aziende che consumano una buona quantità di caffè. Quando una macchina da caffè lavora molto si possono presentare problemi dovuti all’usura e potresti doverla ricomprare molto spesso. Mentre con il comodato d’uso questo problema viene azzerato perché la riparazione o la sostituzione del prodotto è a carico dall’azienda.          

Tre idee per arredare il salotto

Quale stanza , più del salotto, rappresenta la nostra casa e il modo di viverla? È in salotto che ci riposiamo, che riceviamo gli amici, che guardiamo un film in compagnia…  e proprio per questo, ancora più che nelle altre stanze, quando arrediamo il salotto possiamo sbizzarrirci nel trovare il modo di dare il nostro personale carattere all’ambiente. Ecco qui tre idee un po’ particolari per arredare il salotto di casa, valorizzando l’ambiente e insieme dando una nostra personalissima impronta! Trucchi per un salotto piccolo Un salotto piccolo pone una serie di difficoltà a chi voglia arredarlo in maniera confortevole e insieme permettere all’ambiente di svolgere tutte le funzioni che deve ricoprire.  In un salotto infatti si guarda la TV, ci si riposa, si legge, si ospita: come trovare spazio per tutto questo in una stanza di dimensioni ridotte? Molto, in questo senso, fa la scelta del mobilio. Vogliamo dare una sensazione di leggerezza e apertura, perché uno spazio piccolo tende rapidamente ad apparire sovraffollato e troppo carico di mobili; per ottenere questo dovremo selezionare dei mobili dalle linee snelle, con gambe sottili, e divani, sedie e poltrone senza braccioli. Oltre a questo, sarà consigliabile scegliere dei mobili in grado di svolgere più funzioni dovunque possibile, includendo anche soluzioni trasformabili per ottimizzare l’utilizzo dello spazio a seconda dell’occasione, e sfruttare lo spazio in verticale con mensole e scaffali. Per finire, saranno da prediligere colori chiari e simili a quelli delle pareti, per dare la sensazione di uno spazio più aperto. Idee per un salotto buio Un salotto poco luminoso genera grosse complicazioni all’arredatore. Diventa infatti fondamentale evitare il senso di oppressione, che comprometterebbe il comfort dell’ambiente. Un primo accorgimento è quello di giocare con il colore. Idealmente le pareti saranno dipinte di colori chiari, così da controbilanciare la poca luce disponibile; in questo caso, sarà consigliabile utilizzare mobili di essenze più scure, come un noce, così da generare un piacevole contrasto. Mobili chiari si perderebbero infatti in una stanza dalle pareti chiare, anche con una scarsa luminosità. Se invece le pareti sono scure, via libera a mobili di essenze più chiare, che alleggeriranno l’ambiente. Altro preziosissimo alleato negli ambienti poco illuminati sono gli specchi, che possono moltiplicare la luce, così come i mobili che includono punti luce incorporati. Una soluzione di grande effetto, infine, è quella di distribuire lampade in tutta la stanza, su tavolini o a terra, per un ambiente molto raffinato. Stratagemmi per un salotto grande Se è difficile arredare una stanza piccola, non si deve pensare che un salotto grande sia privo di insidie per chi vuole arredarlo con stile. Non avremo infatti timore di sentirci oppressi, ma rischieremo di creare un ambiente dispersivo e vuoto. Un’idea spesso vincente è quella di dividere, almeno visivamente, lo spazio; tappeti disposti a terra, così come mobili bassi, possono creare delle aree distinte e più intime all’interno di una stanza molto ampia. Anche i divani possono servire a creare uno spazio separato per la conversazione. Oltre a questo, bisognerà prestare attenzione particolare anche al decoro; sarà importante trovare un elemento unificante – un colore, uno stile – per evitare una sensazione di dispersione e casualità nell’arredo. Fondamentale poi osare – lo spazio lo consente! – con gli elementi decorativi: molto meglio un solo grande elemento, come un quadro, un murale o un trompe-l’oeuil, che diventerà un centro di attenzione, piuttosto di molti elementi piccoli che sembrerebbero sperduti in un ambiente troppo ampio.

Diletta Leotta e Gigi D’Alessio paparazzati mentre si baciano, impazza il gossip

comingsoon.it – La conduttrice tv e il cantante immortalati insieme dal settimanale Chi   Tanto “gossip” per nulla. Una foto pubblicata dal settimanale ‘Chi’ ha infiammato le cronache e alimentato i rumors su una possibile e alquanto insolita coppia. Un bacio tra Gigi D’Alessio e Diletta Leotta immortalato sul settimanale, ha dato vita a tanta fantasia, scontrandosi poi con una realtà decisamente più plausibile. La splendida conduttrice e il cantante partenopeo erano insieme in un noto ristorante milanese situato nei pressi di Porta Venezia e fuori dal locale si sono scambiati un semplice saluto con un bacio sulla guancia. “Incontro al bacio con Gigi D’Alessio”, ha scritto il settimanale diretto da Alfonso Signorini, ma Diletta e Gigi sono semplici amici e non esiste alcun flirt anche se, in pochissimo tempo, questa strana coppia ha fatto subito impazzire il web.

Beneficenza online: dai il tuo sostegno a chi ne ha bisogno!

Sapete quante associazioni di volontariato si reggono oggi grazie al sostegno della beneficenza online? Tante ed è proprio per questo motivo che donare è tanto importante! Ognuno contribuisce alle cause che più gli stanno a cuore come può: molti fattivamente, mettendo in campo il proprio impegno in prima persona; altri dando un aiuto economico a sostegno di quelle associazioni e ONLUS che da sempre agiscono al fianco di persone che ne hanno bisogno. Quale che sia il metodo da voi scelto, non si può di certo negare che un valido aiuto è sempre ben accetto. La beneficenza, anche attraverso le donazioni online, dà un contributo significativo alle campagne di volontariato: sono tante le associazioni e le ONLUS, come la Teniamoci per Mano ONLUS, che, grazie al sostegno di tante persone, riescono ad ampliare il proprio raggio di azione e a raggiungere tante realtà vicine e lontane. Perché donare I motivi per fare una donazione sono tanti, in primis perché si tratta di un gesto di solidarietà, che vi permetterà di mostrare la vostra vicinanza a coloro che ne hanno davvero bisogno. Molto spesso, agire attivamente e in prima persona può essere difficile per mancanza di tempo, per gli impegni quotidiani o anche per lontananza. Per questo, quella di partecipare con un piccolo contributo economico è una valida alternativa, che vi permetterà di far arrivare a chi ne ha bisogno la vostra vicinanza anche da lontano! A chi fare beneficenza online Non c’è una causa più importante di un’altra né una più giusta o una di seconda classe: ogni persona che ha bisogno merita il vostro aiuto, sia uomo, donna, bambino o anziano. Ci sono associazioni di volontariato che svolgono le attività più disparate a favore di donne vittime di violenza, anziani soli, bambini in difficoltà e pazienti ricoverati in ospedali e case di cura. Scegliere la causa a cui aderire non è semplice: sono tante le persone che necessitano di aiuto, ma almeno per alcune di queste potete davvero rappresentare un aiuto significativo. Donare: un beneficio anche per te Oltre ad essere un valido aiuto e un supporto importante, le donazioni alle ONLUS sono anche detraibili dall’Irpef, con riduzione dell’imposta da pagare, o deducibili dal reddito, con riduzione del reddito imponibile. Per usufruire delle agevolazioni fiscali previste, è importante conservare una serie di documenti che attestino l’avvenuta donazione, quali: ricevuto di versamento, se la donazione è avvenuta con bollettino postale; estratto conto bancario o postale, se per la donazione avete scelto di procedere a bonifico o RID; estratto conto della carta di credito, in caso di donazioni con carta di credito anche online. Quella che per voi è una piccola donazione, per molti può trasformarsi in un grande aiuto e fare una grande differenza!

i tre metodi per elettrificare un corpo

La maggior parte degli oggetti che ci circondano sono elettricamente neutri. Ciò significa che possiedono la stessa carica positiva e negativa, e ciascuna annulla l’altra. Per caricare un oggetto è necessario alterare l’equilibrio tra negativo e positivo, in un modo o nell’altro. METTI IN SICUREZZA LA TUA CASA! https://amzn.to/44IClcR Metodi per elettrizzare un corpo Per effettuare questa operazione esistono tre modi: per strofinamento, per contatto e per induzione elettrostatica. Elettrizzazione per strofinamento Elettrizzare un corpo per strofinamento, o per attrito, ne comporta lo sfregamento con un altro materiale, con conseguente spostamento degli elettroni da una superficie all’altra. Molte persone, inconsapevolmente, hanno già provato questa forma di carica di un corpo, ad esempio sfregando un palloncino su un maglione per farlo aderire o sfregando i piedi su un tappeto per accumulare carica elettrica da usare su un amico per scherzo. L’attrito è utile per caricare gli isolanti, materiali che di base non sono buoni conduttori. L’elettrizzazione per strofinamento è un fenomeno caratteristico di materiali sia isolanti che conduttori, i quali, quando ad esempio vengono strofinati con panni di lana, acquisiscono carica elettrica. Usando questo metodo si possono caricare materiali di vari tipi, dalla plastica al vetro, dai metalli all’ambra. Elettrizzazione per contatto Il secondo dei tre metodi di caricare un corpo è l’elettrizzazione per contatto; è il migliore dei modi per caricare materiali conduttivi. In questo caso, il materiale conduttivo non caricato viene messo a terra su qualsiasi materiale caricato in modo neutro e l’oggetto caricato viene tenuto vicino ad esso. La carica scorrerà tra i due oggetti e il conduttore non caricato svilupperà una carica opposta all’oggetto caricato originale. Ad esempio, se si mettessero a contatto due biglie, una elettrizzata negativamente e una normale, la prima “trasferirebbe” degli elettroni alla seconda, pertanto quest’ultima diventerebbe elettrizzata negativamente, mentre la prima, perdendo elettroni, sarebbe elettrizzata positivamente. Elettrizzazione per induzione elettrostatica Infine, l’elettrizzazione di un corpo per induzione elettrostatica è un metodo usato per caricare corpi che sono già buoni conduttori, come ad esempio i metalli. Un oggetto carico, detto induttore, viene messo a fianco di un secondo oggetto neutro (ma comunque conduttore), detto indotto; una parte della carica, sia essa positiva o negativa, verrà trasferita. L’induzione elettrostatica è un metodo notevolmente diverso, anche dal punto di vista fisico, rispetto agli altri due. Infatti, quando si elettrifica un corpo per sfregamento o per contatto, si ha un trasferimento di elettroni dal primo corpo al secondo, e al termine del procedimento, entrambi sono elettrizzati. Nel caso dell’induzione elettrostatica invece, ciò che cambia è la distribuzione degli elettroni nel corpo neutro. Al termine del procedimento, gli elettroni del corpo indotto si distribuiranno nuovamente in modo neutro. L’induzione elettrostatica viene utilizzata in molti campi, ad esempio nella costruzione dei parafulmini, oggetti posizionati sui tetti degli edifici per evitare che vengano colpiti dalle scariche elettriche prodotte dai fulmini. SCOPRI COME TENERE AL SICURO LA TUA ABITAZIONE! https://amzn.to/3nFJbiI

3 Luoghi dove mangiare a Viterbo

Il viterbese, famoso per l’olio, le nocciole e le castagne, offre una varietà di piatti locali a dir poco invidiabile, divenendo così meta privilegiata per gli amanti del settore enogastronomico. Tra i piatti tipici più rinomati vi è l’acquacotta; segue la famosa zuppa di castagne e ceci, i lombrichelli alla vitorchianese, il fieno di Canepina, gli gnocchi con il farro di Soriano nel Cimino. Corchiano è invece conosciuta soprattutto per le bertolacce, simili alle crêpes. I secondi piatti a base di carne, invece, prevedono spesso il pollo, il coniglio, il maiale e l’agnello; importanti anche i piatti a base di cinghiale. Tra quelli a base di pesce, invece, vi sono il coregone e il persico. La Tuscia vanta anche un ampio ventaglio di dolci tipici: i ceciaroli, il pangiallo, il pane del Vescovo, i maccheroni con le noci, le castagnole alla sambuca, i ravioli alla ricotta e gli immancabili tozzetti. Oltre a una molteplicità di bellezze artistiche e naturalistiche, che non smettono mai di incantare i visitatori, se si decide di far tappa in questi luoghi è d’obbligo assaggiarne le specialità. Ci sono infatti alcuni locali particolarmente attenti alla tradizione culinaria viterbese, che consentono di gustare i migliori piatti tipici della zona. Tra questi vanno citati Il Casale dei Buoni Sapori, La Chimera e La Torre del Pellegrino. Il primo si trova a Nepi, Loc. Colonnetta, Strada Statale 311 Nepesina al km. 1,5; aperto dal 2005 è ristorante, trattoria, wine bar e degusteria: la cucina è quella tipica laziale. Particolarmente attento alle esigenze dei clienti, predilige i prodotti a km 0 e di stagione; alcuni prodotti sono di produzione propria e a disposizione dei clienti vi è uno spaccio dove poter acquistare ogni tipo di prelibatezza. Il locale presenta una deliziosa sala in tufo, dove sarà possibile mangiare sia a pranzo che a cena; per gli amanti del buon vino, inoltre, sarà possibile visitare la cantina, ricavata in una suggestiva grotta di tufo. La specialità della casa sono i carciofini sott’olio, una bontà unica che va assolutamente assaggiata! Il personale, altamente professionale, è sempre attento alle esigenze dei clienti, i quali vengono accolti con grande gentilezza. La Chimera si trova a Viterbo, in Via della volta buia 54. La location è davvero incantevole e il cibo di prima qualità. In questo locale è possibile mangiare sia la pizza che piatti a base di carne o pesce. La Torre del Pellegrino si trova a Montefiascone, a pochi passi dalla Rocca dei Papi e dal Belvedere che si affaccia sul rinomato Lago di Bolsena. Il locale si trova in Via XXIV maggio. L’ambiente è accogliente e curato e la cucina offre una vasta scelta: dalla tradizionale al Gluten Free, passando per le opzioni vegane.      

Spurghi Fai Da te? Meglio un intervento professionale

Alcune abitazioni non sono collegate al sistema fognario cittadino, perché posizionate in una zona distante dalla città o perché il collegamento risulterebbe complesso. Possiedono un pozzo nero, una cisterna posizionata sottoterra dove confluiscono le acque di scarico. In alcuni casi è possibile che in una sola cisterna confluiscano le acque di scarico anche di due o più abitazioni. Il pozzo nero non possiede un condotto di deflusso. Le acque di scarico quindi si accumulano e ristagnano al suo interno. Prima che si arrivi al limite massimo di capienza, è necessario quindi spurgare il pozzo nero, pena il rischio di incorrere in versamenti di liquame, in cattivi odori, in scarichi che non funzionano più alla perfezione. Questa è un’operazione che è consigliato effettuare almeno una volta all’anno. Spurghi: fai da te o con ditta professionale? Come di sicuro saprete sono disponibili delle ditte specializzate proprio in spurghi dei pozzi neri e risoluzione delle ostruzioni. Viene naturale chiedersi se sia necessario chiamare una ditta specializzata e se non sia possibile invece effettuare uno spurgo fai da te, così da risparmiare un po’ di soldi. No, gli spurghi fai da te sono assolutamente da evitare Abbiamo parlato con Matteo di SpurgoVarese.com, che ci ha spiegato che per spurgare un pozzo nero in modo adeguato è necessario essere infatti in possesso di una strumentazione ad hoc: c’è bisogno di una lunga sonda che riesca a raggiungere il pozzo nero senza difficoltà e che possa eventualmente anche entrare nelle tubazioni per andare alla ricerca di eventuali ostruzioni; c’è bisogno inoltre di un potere d’aspirazione elevatissimo, che nessuna pompa di aspirazione ad uso casalingo può raggiungere; c’è bisogno poi anche di strumenti che consentano di pulire le pareti del pozzo nero, eliminando ogni residuo e incrostazione, e di disinfettare. Spurghi fai da te: impossibile perché i liquami sono rifiuti speciali Anche mettendo il caso in cui riusciate ad avere a disposizione la strumentazione giusta per togliere i liquami dal pozzo nero e pulirlo adeguatamente, vi siete chiesti che cosa fareste poi con questi liquami? I liquami sono considerati come dei rifiuti speciali che se non vengono smaltiti in modo corretto possono comportare problemi ambientali, cattivi odori, conseguenze negative per la salute. Essendo rifiuti speciali, non sono ovviamente neanche adatti per la concimazione del terreno, come invece molte persone credono, giusto sottolinearlo. I rifiuti speciali sono soggetti ad una normativa restrittiva. In questo caso la legge prevede che liquami vengano inseriti in appositi contenitori di sicurezza e in seguito trasportati, con mezzi idonei, nelle aree di smaltimento. Nessun privato ha i mezzi e le autorizzazioni quindi per smaltire adeguatamente questi rifiuti. Cercando di spurgare in modo autonomo il vostro pozzo nero vi troverete quindi nell’impossibilità di smaltire in modo corretto i liquami e potreste incorrere in multe molto salate.

La potatura di siepi e alberi: un processo delicato

Quando ci si avvicina per le prime volte al dover decidere quando, come e perché potare le siepi o gli alberi, è come entrare in un universo parallelo, fatto di delicatissime operazioni da svolgere con strumenti specifici, ben curati e una conoscenza della vegetazione trattata non trascurabile. Così è necessario sapere non solo alcune basi, le quali potrebbero aiutare magari in un lavoro grossolano relativo a delle siepi sempreverdi e tendenzialmente “resistenti”, ma delle vere e proprie conoscenze di botanica per svolgere un lavoro non dannoso alle piante coinvolte e possibilmente con risultati anche esteticamente piacevoli nel lungo tempo. Perché si potano siepi e alberi Una domanda che, oltre a contenere l’ovvia risposta “per motivi estetici”, nasconde tutto quello che rende l’effettiva crescita e salute della pianta perfetti. Potare una siepe è sicuramente meno necessario di un albero, ma eliminare i rami secchi interni, quelli infetti da parassiti, o ancora magari rami in grado di “sbilanciare” il peso della siepe su un verso piuttosto che un altro, sono comunque operazioni necessarie. Nel caso di un albero, la potatura è invece essenziale alla salute dell’arbusto e alla sua crescita. Anche qui tagliare i rami secchi e sfoltire le fronde interne serve non solo ad alleggerire il peso sul tronco, ma anche a far circolare meglio l’aria e la luce fra le varie zone dell’albero e, nel caso di vegetazione da frutto, ad aumentarne la produttività anche in maniera molto sensibile. Se l’intento della potatura è estetico, inoltre, tramite questa si può dare una forma specifica alla crescita degli arbusti e modificarne così l’estetica anche in maniera permanente. A patto che il potatore sappia cosa fa, è possibile quindi aumentare salute, produttività, velocità di crescita e modificarne profondamente persino l’estetica, rendendo davvero vitale il processo per giardini curati o per orti da mantenere. Quando si esegue la potatura? Generalmente il periodo migliore per la potatura di siepi e alberi è l’inverno, questo perché le foglie, tranne per i sempreverdi, sono minori e ci sono molti più rami facilmente “individuabili” come secchi o da sfoltire. Inoltre, ovviamente, processi intensi di potatura tendono a essere traumatici per qualsiasi tipo di vegetazione e di certo non è una buona idea aumentare i rischi con clima caldi o non abbastanza umidi. Il periodo è comunque sempre indicativo ed è necessario che un esperto valuti quando potare siepi e arbusti, proprio perché non ogni specie di vegetazione ha gli stessi tempi e le stesse condizioni da rispettare. In conclusione Pensare di svolgere in autonomia la potatura è una scelta che, nonostante non sia sempre controindicata, magari nel caso di piccole zone e fatta dopo una ricerca degli strumenti giusti e dei metodi da utilizzare, è sicuramente sconsigliata per pareti di vegetazione e casi dove la cura estetica e la salute della pianta hanno la precedenza sull’investire qualche soldo in più. Alcune situazioni potrebbero persino richiedere l’uso di tecniche come il Tree Climbing, per potare i rami più interni tramite l’uso di funi e altri mezzi per arrampicarsi, oppure l’uso di piattaforme o simili nel caso di rampicanti sui muri. Queste operazioni richiedono indubbiamente un investimento monetario più sensibile, ma sono necessarie per preservare il risultato, il quale dovrà essere ottimale sia in termini visivi che botanici.

Fotografare bambini piccoli: a casa e altri spunti

Quanto è bello osservare i nostri piccoli quando sono appena nati? E Quante volte ci siamo immedesimati in quelle foto fantastiche che Anne Geddes dagli anni ’90 ci ha mostrato con la sua sapienza artistica? E’ bello poter ritrarre i nostri piccoli nuovi nati nelle loro espressioni più particolari, soprattutto in questi momenti che non ritorneranno quando inizieranno ad interagire con il mondo esterno in maniera più attiva. Anne Geddes, così come i fotografi specializzati nel servizio fotografico newborn, che si occupa proprio di ritrarre foto artistiche di neonati in pose naturali o “costruite” su set ad hoc, ci ispirano al massimo quando pensiamo e vogliamo fotografare i nostri bambini. Ovviamente in casa il risultato non sarà lo stesso, ma è possibile ottenere effetti meravigliosi anche da noi. Abbiamo chiesto qualche consiglio a Daniele Cancelli, esperto in fotografia Newborn, che opera a Roma e nel lazio. Concentrandoci sui dettagli senza utilizzare l’attrezzatura da studio, Daniele ci ha consigliato in merito alle accortezze da apportare quando si decide di fotografare i nostri bambini in casa nei primi giorni di vita. Un aspetto importante coinvolge la luce, è fondamentale per avere una buona foto, se si ha una buona luce siamo già a buon punto con il risultato. Spesso le foto possono venire mosse, dove si usano cellulari e fotocamere compatte invece delle reflex o mirrorless, anche se non tutti ne possiedono. Le foto mosse sono frutto di scarsa luce, e l’obiettivo più importante della gestione è avere una luce ottimale nel miglior modo possibile, in particolare usare una luce naturale, possibilmente sfruttando la fonte di luce che viene dall’esterno, posizionandoci nell’ambiente più luminoso della nostra casa. La cosa migliore sarebbe non usare il flash, per non sovraesporre la foto o snaturalizzarne il risultato. La luce ottimale che viene da una finestra ad esempio, colpisce il neonato da circa 45 gradi, lateralmente, ma facendo in modo che i raggi solari non invadano l’area di scatto, per evitare ombre strane all’interno dello spazio fotografico. Un particolare importante: Quale sfondo scegliere E’ bene scegliere uno sfondo omogeneo, che divenda importante per la buona riuscita della foto. Se si sceglie uno sfondo colorato è buona norma usare colori tenui, oppure utilizzare tulle, asciugamani o lenzuola. Si potrebbe posizionare il neonato sul divano, e basta stendere la stoffa sullo schienale dello stesso, oppure se si utilizza un materasso a terra bastano due sedie per sorreggere il lenzuolo o il tessuto che si sceglie come sfondo. Il colore tenue e possibilmente tinta unita aiuta a centrale la luminosità della foto, e non distoglie l’obiettivo dal soggetto della foto, con colori troppo accesi. Le stoffe sullo sfondo possono essere usate per dare un po di movimento alla foto, senza invadere lo spazio del neonato. Caratteristiche del soggetto della foto Il neonato deve essere nella fase in cui dorme molto, quindi è meglio dal decimo al ventesimo giorno di vita circa, in un periodo dove non è troppo agitato e non interagisce. In quella fase esprime con naturalezza la dolcezza del soggetto della foto, esattamente come deve essere. E’ importante avere molta pazienza e un ambiente calmo e disteso, magari utilizzare anche una musica soft e una temperatura medio alta, per far stare il neonato in tutti i comfort del caso. Una buona pratica, che viene utilizzata anche nei set new born, è di far addormentare il piccolo già svestito, in modo di non sballottarlo troppo successivamente durante la messa in posa. Qualora si decida di fare foto da vestito, è bene usare colori sempre meglio tinta unita non troppo vivaci o con troppe illustrazioni, perchè ci si può focalizzare sul bimbo senza avere elementi di disturbo nella foto. La posizione ideale del fotografo è sopra con la macchina fotografica, ma anche di variare inquadratura per evitare che ci sia una sola angolazione di scatto. Qualora decidiate invece di realizzare un servizio più professionale, potete contattare Daniele per una chiamata conoscitiva.

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