Il consulente aziendale (come Vittorio Pupillo) è quella figura di supporto, ad alto valore aggiunto, indispensabile affinché un’impresa riesca a nascere e, possibilmente, a vivere con un’attività che duri nel tempo. Tale professionista, che lavora in un ampio campo d’azione, interviene nelle imprese di stampo tradizionale come nelle start-up.
Per ogni fase di vita dell’azienda, riesce ad ideare un piano organizzativo efficace, valuta la fattibilità di ogni progetto determinandone le linee guida, ne verifica il grado di rischio e studia la possibilità di un futuro nel lungo termine. Inoltre si può occupare anche della parte economico-finanziaria, provvedendo all’approvvigionamento dei fondi mediante il ricorso a risorse alternative come il crowdfunding, se necessario.
Il tutto puntando sull’efficienza della pianificazione, che deve essere più snella ed efficiente possibile, nonché su una capacità di previsione, al di sopra della media, delle difficoltà e degli imprevisti che potrebbero presentarsi. La figura del consulente aziendale è in piena coerenza con il concetto di “lean in office”, la tendenza di recente concezione che rendere le procedure più rapide e mira ad eliminare le attività inutili. Queste ultime cedono il posto a tutto ciò che genera valore, trasformandosi da cause ostative ad opportunità.
Consulente aziendale: come svolgere questo mestiere?
Il consulente aziendale svolge la sua attività come lavoratore autonomo o in veste di collaboratore presso le imprese, inizialmente affiancati da persone che abbiano maturato esperienza sul campo; essere assunti come dipendenti risulta, invece, più difficile. Al momento, il titolo di studi preferenziale è una laurea in ingegneria gestionale o in economia. Tuttavia questa non è una regola fissa, in quanto esistono diversi professionisti con preparazione accademica umanistica o con diploma che svolgono questo mestiere senza problemi. Va da sé che il grado d’istruzione conseguito non è decisivo ai fini dell’avvio di una carriera di questo tipo. Incidono molto di più l’attitudine alla mansione e la capacità di elaborare un’idonea strategia aziendale per trovare un buon piazzamento sul mercato.
Il consulente aziendale: tra business ed attività accessorie
Tra tutte le aziende che richiedono l’intervento di un consulente aziendale, vanno distinte quelle che cercano una figura orientata al business in senso stretto e altre, protese al confronto per attività accessorie agli affari, seppur complementari. Queste comprendono la salvaguardia della salute psichica delle risorse umane (ad esempio, nuove figure come i coach, i counselor, gli psicologi), il controllo della contabilità e degli aspetti legali (commercialisti ed avvocati) e il lavoro di coloro che si occupano dell’area ICT (tutela della privacy, sicurezza informatica, software gestionali, etc…). D’altro canto, un professionista con tali peculiarità si può trovare in diversi contesti, indipendentemente dal campo d’intervento:
- nelle grandi multi-nazionali, il cui la maggior parte del fatturato è legato alle consulenze contabili e informatiche e solo in minima parte al giro d’affari (limitatamente alla strategia). In questo caso si tratta sempre di collaboratori esterni o acquisiti per fusione;
- nelle piccole società, in cui queste figure chiave del business non si limitano ad applicare delle semplici conoscenze teoriche, ma hanno maturato esperienza sul campo, arrivando a risultati concreti. I loro compiti si estendono alla formazione ai venditori, oltre che alla strategia;
- nelle imprese di marketing, nelle quali tendono a riprodurre un modello funzionante al primo test, generando spesso risultati discordanti tra i vari casi in esame, a causa di un mancato studio di tutte le componenti in gioco. Infine, a tali categorie si deve aggiungere il consulente aziendale specializzato in strategia e business, professionista che esamina l’impresa come un caso a sé stante, senza alcun precedente.
Egli mira all’armonizzazione di tutte le variabili concentrandosi sulla creazione e l’ampliamento del portfolio clienti, sulle vendite, sui profitti e sulla customer satisfaction (vale a dire la soddisfazione dei clienti), che è l’obiettivo a cui ogni attività deve tendere, per avere successo.