Le acque reflue sono una componente fondamentale dell’igiene pubblica e della gestione delle risorse idriche. Ciò nonostante non tutte le acque reflue sono uguali ma si distinguono a seconda della loro provenienza e della potenzialità in termini di inquinamento.
Il Testo Unico sull’Ambiente individua tre tipologie di acque reflue: domestiche, industriali, e urbane. La differenziazione è fondamentale ai fini della migliore tutela dell’ecosistema e, conseguentemente, della salute pubblica.
In questo articolo esploreremo nel dettaglio la differenza tra le diverse tipologie di acque reflue, e quali sono le normative che regolamentano il loro trattamento.
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Acque reflue: cosa sono
Prima di analizzare le varie tipologie di acque reflue è importante capire cosa sono.
Il Testo Unico definisce le acque reflue come “qualsiasi immissione di acque reflue in acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo trattamento di depurazione” (art. 74, comma 1, lett. f). Conseguentemente, il legislatore definisce “reflue” tutte le acque “provenienti da uno scarico” (art. 74, comma 1, lett. g).
Ma come si distinguono le acque reflue? Le macrocategorie sono 3:
- acque reflue industriali;
- acque reflue urbane;
- acque reflue domestiche;
Cosa si intende per acque reflue industriali?
Quali sono gli scarichi industriali? Per le acque reflue industriali la definizione in termini di legge si riferisce a tutte quelle acque “scaricate da edifici od impianti in cui si svolgono attività commerciali o di produzione di beni, diversi dalle acque reflue domestiche e dalle acque meteoriche di dilavamento”. Comprese in tale categoria abbiamo anche le acque reflue che sono venute a contatto con materiali o sostanze, che seppur inquinanti, non sono direttamente connesse alla produzione. Queste acque contengono all’interno diverse sostanze inquinanti come oli, metalli pesanti, solventi e prodotti chimici. La loro composizione varia in base all’azienda coinvolta ma sono certamente acque più inquinanti rispetto a quelle domestiche poiché contengono una maggiore concentrazione di sostanze tossiche, e se non trattate e scaricate correttamente possono rappresentare un grosso rischio per la salute e per l’ambiente. Pertanto è necessario osservare tutte le misure previste dalla normativa per il trattamento delle acque reflue industriali al fine di tutelarci.
Cosa si intende per acque reflue urbane?
Per acque reflue urbane la legge intende “le acque reflue domestiche, o il miscuglio di acque reflue domestiche, di acque reflue industriali, e/o di quelle meteoriche di dilavamento convogliate in reti fognarie, anche separate, e provenienti da agglomerato”. Parliamo quindi di tutte le acque provenienti da attività umane all’interno delle aree urbane come quelle provenienti dalle abitazioni, dagli uffici, dai negozi ecc. All’interno presentano principalmente rifiuti domestici, come acqua di lavaggio, scarico di bagni e cucine, oppure eventuali rifiuti industriali leggeri delle zone residenziali. Si tratta comunque di acque contaminate che devono essere trattate con gli impianti di depurazione al fine di rimuovere i contaminanti e renderle sicure per il rilascio o il riutilizzo.
Acque reflue domestiche: cosa sono
Il Testo Unico individua le acque reflue domestiche come quelle “provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche”. Nello specifico si tratta delle acque provenienti dal WC, dagli scarichi di bagni e cucine, e dalle precipitazioni atmosferiche smaltite tramite le pluviali.
Normativa sulle acque reflue domestiche e industriali
Per quanto riguarda le acque reflue domestiche la normativa è ben precisa. Essa prevede infatti uno schema di scarico delle acque reflue domestiche dove le acque reflue e le acque nere (provenienti dal WC) vengono prima separate e poi convogliate verso gli impianti di depurazione prima di essere restituite all’ambiente. Per quanto riguarda invece le acque reflue industriali la normativa è ancora più specifica e varia in base al settore di appartenenza dell’attività industriale. Tutte le aziende hanno l’obbligo di adottare le misure per ridurre l’inquinamento delle loro acque reflue mediante l’installazione di impianti di trattamento adeguati e rispettando i limiti di scarico previsti dalla legge. La corretta gestione è di fondamentale importanza per evitare danni alla salute umana e all’ambiente. E’ importante rivolgersi ad aziende specializzate per non incorrere in sanzioni.